Il coordinatore della IX divisione del reparto Covid racconta la seconda ondata all'interno della struttura ospedaliera
Sebbene si inizi a parlare di riduzione dei contagi da Coronavirus, gli ospedali continuano a essere pieni. Lo è sicuramente il Cotugno di Napoli da sempre in prima linea nella lotta contro quest’emergenza epidemiologica. Enzo De Falco, coordinatore della IX divisione del reparto Covid-19 del Cotugno ha raccontato a Vocedinapoli.it qual è la situazione attuale.
La seconda ondata non ha sicuramente colto di sorpresa le strutture ospedaliere: “Siamo pieni, abbiamo oltre 300 persone ricoverate, ma – spiega De Falco – c’è una situazione molto diversa dalla prima ondata, con una maggiore organizzazione, aumentano però i casi di Covid-19 anche tra il personale, così come si è abbassata l’età media delle persone che contraggono il virus”.
Oggi si assiste a molti casi di giovani ricoverati. De Falco, infatti, spiega come il virus colpisca tutti: “Anche se si è asintomatici non è detto che si resti tale, si può passare a essere sintomatici. Abbiamo giovani che manifestano segni e sintomi e hanno bisogno del ricovero”. Al Cotugno, racconta De Falco, si lavora senza sosta, c’è tanta collaborazione tra tutto il personale sanitario, che ha un contatto diretto con i pazienti attraverso un canale telefonico. Non può mancare, infatti, un momento di umanizzazione tra gli operatori e le persone ricoverate che hanno la necessità di una vicinanza con chi è lì a prendersi cura di loro. Così come c’è un canale di comunicazione tra i parenti dei pazienti e il personale medico che trasmette gli aggiornamenti sulle condizioni di chi è ricoverato: “C’è un filo diretto con i pazienti, ma anche con i familiari“.
De Falco ha poi raccontato come si svolge una giornata tipo all’interno di un reparto Covid, dove ogni momento è regolato da protocolli che tutti devono seguire rigorosamente. A colpire De Falco, così come i suoi tanti colleghi, è il fatto che ci sia ancora gente che non crede alla gravità di questa pandemia: “Devono assumersi la responsabilità sociale di quello che dicono”.
Un’emergenza che sicuramente lascerà un segno in tutti noi, ma soprattutto in chi, come De Falco, ha combattuto in prima linea questa lotta contro il Covid-19: “Non dimenticherò mai i ringraziamenti in lacrime – conclude De Falco – dei pazienti guariti che tornano finalmente alla vita”.
