In arrivo oggi in Consiglio dei ministri il decreto Ristori bis che stanzierà nuovi aiuti per commercianti, ristoratori, partite Iva, modulandoli in base alla geografia delle restrizioni previste dal nuovo Dpcm. I nuovi contributi a fondo perduto sono pensati infatti per i lavoratori che operano nelle zone rosse, la cui attività è al momento compromessa dalle chiusure obbligate.
Decreto Ristori Bis, si allunga la lista di chi può richiedere i contributi
La novità del provvedimento prevede un aumento dei benefici fino al 200% dei rimborsi già erogati con il dl Rilancio. Saranno inoltre rifinanziati i congedi parentali per chi ha i figli a casa in quarantena o per la scuola chiusa e non può ricorrere allo smart working, e il bonus asili nido.
Il meccanismo di rimborsi dovrebbe essere come quello già previsto dal primo decreto Ristori: contributi a fondo perduto, parametrati a quelli di primavera, con bonifico automatico per chi li ha già ricevuti e, dietro presentazione di domanda, quindi con tempi più’ lunghi, per i nuovi beneficiari; la cancellazione della seconda rata Imu, gli sgravi sugli affitti per tre mesi e la sospensione dei versamenti contributivi.
I settori interessati
La lista dei codici Ateco che avranno accesso ai ristori sarà ampliata, comprendendo anche musei, rosticcerie e pizzerie al taglio, bus turistici. Alcune categorie però sono ancora impossibilitate dall’accedere ai benefici, come gli ambulanti delle fiere, la filiera delle cerimonie e il Terzo settore. Il Governo rassicura che si sta ragionando per risolvere anche questo punto.
Quando arrivano i bonifici
Per chi aveva fatto domanda in precedenza e ha già avuto ristoro in estate, i bonifici dovrebbero arrivare entro metà novembre, mentre per chi non l’aveva chiesto o non poteva ancora ci sarà da attendere qualche settimana in più.
Per accelerare i tempi, il ristoro potrebbe essere inizialmente svincolato dalla perdita di fatturato ed erogato “in acconto” a tutte le attività coinvolte nella nuova stretta solo sulla base dei nuovi codici Ateco,con un saldo successivo effettuato sulla base del calo effettivo di fatturato nel periodo interessato dalla chiusura.

