Voce di Napoli | Navigazione

Al Cardarelli un trapianto salvavita: il Covid non ferma le altre emergenze

Il Cardarelli di Napoli si conferma eccellenza medica con un intervento di trapianto salvavita. E’ accaduto in sole 24 ore, tempi che durante il Covid risultano più difficili da gestire. Un team composto da due chirurghi e un infermiere ha preso in tempi record il fegato disponibile presso l’ospedale Ruggi d’Aragona e ha fatto ritorno in tempi record per dar vita a un intervento avvenuto alle 4 del mattino.

“Nella notte tra lunedì e martedì – spiega Giovanni Vennarecci, direttore del Reparto Chirurgia Epatobiliare e Trapianto di Fegato – abbiamo avuto la disponibilità di un fegato dal Ruggi d’Aragona. Ovviamente non abbiamo perso tempo, di lì a poco avremmo potuto valorizzare quella donazione restituendo ben più di una speranza al nostro paziente”. Per salvare la vita del paziente al tavolo operatorio si sono alternati 5 chirurghi, 3 anestesisti, 5 infermieri e un epatologo. Quattordici donne e uomini del Cardarelli (tra medici e infermieri) che hanno letteralmente restituito alla vita il 45enne.

“Viviamo un momento molto complicato – ammette il direttore del Dipartimento Trapianti e dell’Unità Operativa Complessa Terapia Intensiva Fegato (UTIF) Ciro Esposito -, ma è anche giusto che i pazienti sappiano che il Cardarelli non ha smesso di portare avanti la proprio mission. Grazie ai protocolli messi a punto dalla direzione strategica riusciamo a garantire percorsi sicuri e quindi degenze sicure”.

Per quel che riguarda i trapianti, i primi controlli sono quelli che vengono fatti sui donatori. L’organo, come previsto dalle linee guida, viene prelevato da un donatore solo se negativo al Covid-19. “Siamo ovviamente attenti – dice il direttore sanitario Giuseppe Russo – al monitoraggio del ricevente, che viene sottoposto a più livelli di verifica attraverso test rapidi, tamponi e persino tac al torace. Non possiamo permettere che il paziente venga in contatto con il Covid, altrimenti la sua stessa vita sarebbe a rischio”.

Per effettuare trapianti i tamponi vengono effettuati non solo su ricevente e donatore, ma anche sull’intero personale medico.
Tutti gli operatori sanitari sono sottoposti con regolarità a test rapidi e, se necessario, a tamponi molecolari. Un cordone di sicurezza esteso persino alle donne e agli uomini delle pulizie, per evitare che un dipendente asintomatico possa inconsapevolmente introdurre il virus. “Com’è giusto, il Cardarelli si è allineato alle direttive regionali per il contenimento del virus” spiega il direttore generale Giuseppe Longo. “Stiamo facendo uno sforzo enorme, ma questo non significa che arretriamo sull’attività di emergenza urgenza. Il Cardarelli riveste un ruolo centrale in ambito regionale anche per le reti tempo dipendenti e non abbiamo nessuna intenzione di ridurre o compromettere quest’attività. Sarà determinante riuscire a ridurre la circolazione del virus, ma il messaggio che deve passare è anche di fiducia nei confronti di un’azienda ospedaliera che ha adottato tutte le precauzioni possibili e che non ha intenzione di tagliare servizi essenziali”.