Voce di Napoli | Navigazione

A Parigi rivoluzionari, in Usa antirazzisti, a Napoli c’è la camorra: città ‘sotto processo’

Un gruppo di persone violente hanno rovinato una manifestazione legittima e civile, dove i protagonisti dovevano essere le vittime del lockdown

Ieri siamo stati in via Santa Lucia a riprendere in diretta la manifestazione organizzata da commercianti e cittadini contro le restrizioni varate da Governo e Regione Campania. La protesta è diventata più forte dopo l’annuncio del Governatore Vincenzo De Luca di voler disporre un nuovo lockdown.

Eravamo li, insieme ad altri colleghi. Abbiamo visto uomini, donne e giovani. Tante persone che in modo civile hanno cercato di esprimere il proprio dissenso contro norme che molto probabilmente distruggeranno il già fragile tessuto socio-economico della regione.

Poi sono arrivati loro. I soliti balordi travestiti da manifestanti ma con il solo obiettivo di scatenare disordini e violenza. Così ha avuto inizio il lancio di petardi e bottiglie contro le forze dell’ordine che hanno risposto esplodendo lacrimogeni.

Poi il caos: cassonetti incendiati e rivoltati in strada per creare delle barricate. Ecco come una manifestazione legittima, nella quale i protagonisti dovevano essere i napoletani ‘spezzati’ dalle ultime ordinanze anti Covid, è stata presa in ‘ostaggio’ dai violenti.

Così sui media si è parlato di Napoli come vittima di ultras e infiltrazioni camorristiche. Ora, per quanto possa essere vero che in specifici strati della popolazione vige una certa cultura dell’illegalità (non dimentichiamo però di un certo Governatore che in ogni diretta Facebook non fa che minacciare l’uso del ‘lanciafiamme’ contro giornalisti e politici, insultandoli con ironici aggettivi), è anche abbastanza risaputo che le manifestazione sono una manna per certi infiltrati.

È necessario che la parte sana di chi lotta per i propri diritti si dissoci da questa gentaglia. Il senso di aggregazione e la voglia di manifestare non possono essere cancellati da chi vuole solo fare a botte con carabinieri e poliziotti.

LEGGI L’ARTICOLO – Cala la tensione e finisce la protesta

Poi c’è un altro aspetto ed è mediatico. Se a TorinoNo Tav sono dei ‘guerrieri’ che lottano per una giusta causa, se a ParigiGilet gialli sono dei rivoluzionari, se in Usa i membri del Black Lives Matter rappresentano un avamposto dell’antirazzismo e dei diritti civili: perché a Napoli i napoletani diventano tutti camorristi?

A Parigi rivoluzionari, in Usa antirazzisti, a Napoli c'è la camorra: città 'sotto processo'