Scontro Asl - Lega. Il siparietto che ha visto protagonisti Napoli e Juventus è solo lo specchio di un'Italia grottesca rispetto all'emergenza del Cov
Come è possibile che una regola nata per tutelare la salute delle persone possa essere interpretabile? È tutto un gioco dove sono tutelati determinati interessi o le norme sono scritte in modo sbagliato e soprattutto poco chiaro?
Perché se un’Asl impone l’isolamento ad una squadra, e teoricamente il suo parere dovrebbe valere più di quello di qualsiasi altro ente, la Lega Calcio può invece affermare il contrario? Chi ha ragione, un ente sanitario che opera per limitare i contagi causati dal coronavirus, o un’organizzazione calcistica che si è mossa rispetto ai protocolli sanitari concordati con il Comitato tecnico scientifico (CTS) e il Ministero della Salute?
Scontro Asl – Lega
E chi è che avuto ragione quando il Ministro Roberto Speranza ha affermato che la partita tra Juventus e Napoli andava sospesa senza alcun dubbio? È ovvio che in tutta questa storia solo una delle parti può essere nel giusto mentre tutte le altre sono nel torto.
Insomma ci siamo trovati di fronte all’ennesimo copione di una storia in cui gli amministratori e i burocrati italiani hanno dato il peggio di se. Così, mentre ogni giorno cittadini e lavoratori devono essere vittima di un terrorismo psicologico (rispetto a possibili e prossime chiusure), il calcio deve per forza andare avanti.
Anche se questo volesse voler dire infettare tutte le società della Serie A e tutte le persone che ruotano e frequentano i club. Allora, almeno, ditecelo e in modo fiero e deciso: che evidentemente, così come – ad esempio – per i mezzi pubblici…nel nostro campionato non ce n’è coviddi. Ma purtroppo è vero il contrario.

