I pareri discordanti dei virologi, sulla pandemia da Covid-19, continuano a creare molta confusione. Se alcuni esperti si sentono positivi sulla ripresa delle attività e considerano il pericolo molto meno grave, per altri, come il professore Crisanti, sottovalutare la situazione rischia di avviare una nuova ondata di contagi.
Scontro tra virologi, Crisanti contrasta le tesi dei colleghi
E’ di pochi giorni fail documento, chiamato “SARS-CoV-2 in Italia oggi e Covid-19”, firmato da dieci scienziati italiani di differenti specialità mediche. Il gruppo di esperti ha evidenziato la significativa attenuazione dell’emergenza coronavirus nel nostro Paese.
Il professore Crisanti contrasta parte della nuova tesi, sviluppata al Policlinico del San Matteo di Pavia. “Gli asintomatici non diffondono il virus? E tutti i nuovi casi cadono dal cielo?»Lo scienziato dell’università di Padova critica i colleghi che vogliono abbassare la guardia: «Qualcuno mi può spiegare da dove originano tutti questi nuovi contagi?. Tuona il virologo, e aggiunge in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera: “La maggior parte delle persone clinicamente guarite dal Coronavirus, cioè senza più sintomi, ma ancora positive al tampone, hanno una quantità di virus così bassa e degradata da non poter contagiare”.
“Gli asintomatici non trasmettono il virus? Mi cadono le braccia”
“Quando mi vengono a dire che gli asintomatici non trasmettono l’infezione mi cadono le braccia. Ma allora, visto che i sintomatici sono sempre meno, qualcuno mi può spiegare da dove originano tutti questi nuovi contagi? Cadono dal cielo?”. Crisanti sottolinea come il Covid abbia una potenzialità di diffusione spaventosa, insistendo sul fatto che gli esperti dovrebbero affrontare questo come problema sul quale dibattere.
Crisanti rimanda al suo studio sulla popolazione di Vo’ Euganeo, focolaio veneto dell’epidemia, per riflettere sulla capacita di trasmissione del virus da parte degli asintomatici. La ricerca “rivela che l’80% dei 3.300 abitanti ha sviluppato gli anticorpi al Covid19. Ma 63 di loro sono risultati negativi a tutte e tre le tornate di tamponi effettuate, quindi si sono infettati prima del 21 febbraio, giorno in cui sono stati diagnosticati i due casi iniziali. E allora, se il virus circolava già da fine gennaio ma nessuno ne accusava i sintomi, chi ce lo ha portato?”.
Il virologo è poi intervenuto sul rischio di possibili nuove chiusure ad ottobre, lanciando l’allarme e invitando le persone a sottoporsi al vaccino influenzale. In un’intervista per Repubblica, Crisanti ha detto: “La situazione in Italia potrebbe degenerare di nuovo verso ottobre, quando il rischio aumenterà”. Questo perché: “Le persone staranno più al chiuso e le temperature saranno più basse, con l’umidità più alta. Poi ci sarà l’effetto confondente con altre malattie da raffreddamento. Il rischio di casi sotto traccia c’è sempre. Per questo a ottobre potremmo trovarci di fronte a focolai da zona rossa”.
