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L’Italia riapre ma il virologo Crisanti avverte: “Non siamo preparati, il virus non si è indebolito”

L’Italia riapre e tanti dubbi e perplessità arrivano dal mondo dei virologi. “L’epidemia è ancora in corso, sarebbe stato giusto aspettare di valutare meglio gli effetti delle prime riaperture del 4 maggio. Si è deciso di seguire le spinte economiche, non quelle medico-scientifiche. I politici hanno deciso che era un rischio accettabile, bene, lo rispettiamo. Però manca un sistema di controllo e tracciamento”. Questo è quanto ha dichiarato il professor Andrea Crisanti, virologo dell’Università di Padova,  in un’intervista rilasciata al Il Mattino.

Il professore non nasconde le sue preoccupazioni per una ripresa delle attività considerata necessaria ma al tempo stesso molto rischiosa. “Il virus non si è indebolito, si è ridotta la carica virale anche perché stiamo usando maggiori precauzioni. A partire dalle mascherine, quelle che inizialmente ci dicevano di non usare. Si ricorda? Siamo noi quelli che abbiamo rimandato milioni di mascherine in Cina, in piena emergenza. Un virus non si definisce in base alla forza, ma solo per virulenza e r0. Poi, certo il fatto che vi siano meno casi gravi è legato probabilmente alla carica infettiva. Se io parlo con lei un’ora le trasmetto una quantità di virus enorme. Se ho la mascherina, la quantità è molto minore e il suo sistema immunitario riesce a rispondere meglio”.

Secondo Crisanti  il problema delle riaperture riguarda soprattutto gli spostamenti: “Non mi pare che siamo organizzati e non credo comunque che ci libereremo di questo virus. C’è un problema: questa epidemia non è in sincrono nel mondo. Ora si parla di ripresa dei voli il 3 giugno. Quali sono i protocolli di sicurezza? Se viene uno dal Brasile o dal Messico che facciamo, lo mettiamo in quarantena, gli facciamo il tampone? Verifichiamo che sia raggiungibile per tutto il tempo? Quelli sì dovrebbero avere la app”.

Nel frattempo il virologo ribadisce che è importante indossare mascherina e guanti e stare attenti il più possibile: “Secondo me le mascherine – sottolinea Crisanti – dovrebbero essere obbligatorie sempre. In presenza di persone che non si conoscono o in presenza di persone di cui non siamo sicuri con chi sono venuti in contatto. Che sia al chiuso o all’aperto. Le mascherine sono importanti, e basta”.