Patrick Hutchinson è il nome del manifestante che è sceso in piazza sabato in nome dei diritti umani ed è diventato un vero e proprio eroe. Nonno e personal trainer, si trovava con altri quattro amici nel centro di Londra a sostenere la causa Black Lives Matter quando ha messo in salvo un uomo ferito di schieramento opposto, un contestatore di estrema destra che era invece lì per reclamare gli atti di vandalismo contro le statue. Patrick si è reso conto che l’uomo era in pericolo in quanto la manifestazione stava diventando un vero e proprio assalto.
“C’erano persone che cercavano di proteggerlo, ma senza successo. Alcuni ragazzi erano lì, cercavano di creare un piccolo cordone intorno a lui per evitare che fosse colpito, ma la sua vita era in pericolo. Così sono andato a sollevarlo, l’ho messo sulle mie spalle e ho iniziato a camminare verso la polizia mentre gli altri ragazzi mi circondavano e proteggevano. Ho sentito anche qualche colpo mentre lo trasportavo”, afferma Patrick che era lì con i suoi amici Pierre Noah, Jamaine Facey, Lee Russell e Chris Otokito, tutti affiliati al gruppo Ark Security, un gruppo atto a proteggere gli attivisti di Black Lives Matter.
Egli paragona il suo intervento a ciò che è accaduto a George Floyd a Minneapolis, morto dopo che l’ufficiale di polizia Chauvin si è inginocchiato per nove minuti sul suo collo, davanti ad altri tre ufficiali. Patrick dichiara: “Se gli altri tre ufficiali che erano lì quando George Floyd è stato assassinato fossero intervenuti e avessero fermato il loro collega, George sarebbe ancora vivo oggi. Vorrei solo uguaglianza per tutti, per i miei figli e per i miei nipoti”.
La foto di Patrick che porta sulle spalle l’uomo ferito è diventata in pochi giorni virale simboleggiando il fatto che non c’è schieramento che valga più di una vita umana e forse anche l’uomo che è stato salvato inizierà a pensarla così quando si vedrà nella foto.
di Mara Napolitano
