Lo scienziato israeliano ha notato dei dati in comune sull'epidemia: "4-6 settimane per il picco, fase calante in 8-9 settimane"
I contagi causati dal coronavirus hanno iniziato a sviluppare uno schema fisso. È quanto affermato dal Prof. Isaac Ben Israel in occasione di un’intervista rilasciata a Channel12. Dall’analisi dei dati provenienti dai vari paesi colpiti dal covid19, è stato possibile tracciare una sorta di mappa.
Un processo che ha permesso ad Israel di sbilanciarsi sulle tempistiche relative all’azione del virus. Quest’ultimo raggiungerebbe, “il picco di contagio entro 4/6 settimane per poi cominciare una fase discendente che si concluderebbe intorno all’ottava/nona settimana, sviluppandosi nell’arco di 70 giorni“.
In pratica la diffusione del coronavirus si esaurirebbe in 70 giorni a prescindere dai provvedimenti restrittivi adottati per contrastarne l’effetto. “Esiste un modello prestabilito, i numeri parlano da soli. A partire dalla sesta settimana l’aumento del numero di pazienti si è ridotto, raggiungendo un picco nella sesta settimana con 700 pazienti al giorno. Da quel momento è in calo, e oggi ci sono solo 300 nuovi pazienti. In due settimane si arriverà a zero e non ci saranno più nuovi pazienti. In certi Paesi si evidenzia un aumento dei casi fino alla quarta/sesta settimana e subito dopo una diminuzione, fino a quando scompare durante l’ottava settimana“.
Il Prof. Israel ha definito la pratica del lockdown inutile nel momento in cui la curva dei contagi sarebbe facilmente prevedibile e di conseguenza quella delle persone decedute e guarite. Un’opinone espressa dopo aver paragonato paesi dalle restrizioni più rigide, con quelli che hanno regole meno severe (e che hanno un potenziale tecnologico più elevato). Nel mezzo di queste variabili lo stato dell’economica: la crisi è molto grave.
“Ma non dovresti chiudere l’intero paese quando la maggior parte della popolazione non è ad alto rischio”, ha concluso il Prof. Israel. Abbiamo, dunque, sbagliato tutto?.
