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Carabiniere napoletano ucciso, in una telefonata la verità sulla tragica notte

Sono fondamentali le telefonate tra i due turisti americani e Sergio Brugiatelli, il proprietario dello zainetto. Ricostruite le ultime chiamate avvenute tra il 47enne romano, prima e dopo che contattasse i carabinieri.

Sono discordanti le versioni dei militari e quelle dei difensori di Christian Gabriel Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder. La decisione finale di vedersi con il mediatore dello spaccio per restituire lo zainetto ed avere in cambio i 100 euro e un grammo di cocaina. Proprio in base a questa decisione Lee sceglie di portare con sé il coltello, quello che poi ha ucciso il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, colpito mortalmente con 11 fendenti.

Secondo quanto riporta il Mattino, i due americani si sarebbero insospettiti durante una chiamata in viva voce. Avrebbero ribadito al 47enne di andare all’appuntamento da solo, temendo ripercussioni del pusher, ma ritrovandosi di fatto i due carabinieri. Su questo ultimo punto le versioni sono discordanti. “Per noi quella dei carabinieri – sostiene Roberto Capra avvocato di Finnegan – non era un’operazione ufficiale, mirava solo a recuperare lo zaino. I due militari- sottolinea il penalista – non si sono identificati”. Ieri il legale ha sollecitato i pm di acquisire tutti i video di zona: “Abbiamo presentato una richiesta ufficiale, l’ha voluta presentare Elder. Crediamo che attraverso i video possa essere fatta chiarezza su che cosa sia effettivamente accaduto”.

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