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Morte Antonio Giglio, l’orrore del Parco Verde continua. Accuse alla madre: “Ha lanciato il figlio dal settimo piano”

Ha respinto l’archiviazione, ordinando l’imputazione per Marianna Fabozzi, la madre di Antonio Giglio, il bimbo di 4 anni deceduto dopo essere precipitato dai piani alti dello stesso palazzo, nel Parco Verde di Caivano, dove l’anno dopo morì Fortuna Loffredo.

Questa la decisione del Gip Pietro Carola del Tribunale di Napoli che ha emesso una ordinanza di imputazione coatta, imponendo al magistrato di formulare una nuova imputazione entro 10 giorni. Per la donna è stato ipotizzato il reato di omicidio per Marianna Fabozzi, mentre per l’ex compagno, Raimondo Caputo, detto Titò, il favoreggiamento personale.

I due sono già stati condannati per l’omicidio di Fortuna Loffredo, avvenuto il 29 giugno 2014. Secondo il Gip sarebbero stati acquisiti elementi sufficienti per celebrare il giudizio nei confronti dei due indagati. Preziose, in tal senso, le parole di Antonietta Caputo, sorella di Raimondo, secondo cui sarebbe stata la madre a lanciare dalla finestra Antonio Giglio il 28 aprile 2013. Marianna Fabozzi ha sempre sostenuto che il figlio è caduto accidentalmente dopo essersi sporto troppo dalla finestra per guardare un elicottero dei carabinieri. Il bimbo si trovava nell’abitazione della nonna, Angela Angelino, al settimo piano dell’isola C3.

Altre dichiarazioni che potrebbero rivelarsi utili sono quelle di un compagno di cella di Titò che avrebbe appreso da quest’ultimo che non si era trattato di un incidente. Al contrario, sarebbe stata la stessa madre ad averlo fatto cadere dalla finestra. Caputo – stando al racconto del compagno di cella – aggiunse anche che stava coprendo la donna per evitare che parlasse della morte di Fortuna. Negli anni successivi anche lo stesso Caputo accusò l’ex compagna di essere responsabile della morte del figlio.

“Nel doveroso rispetto delle determinazioni della Procura riteniamo che il processo sia il luogo più adatto per accertare le cause della morte del piccolo Antonio”.  Queste le parole degli avvocati Sergio e Angelo Pisani, legali di Gennaro Giglio, padre della piccola vittima.

Fortuna Loffredo e Antonio Giglio