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Volto, mani e gambe coperti da nastro adesivo, Stefania uccisa in casa dai banditi: familiari e residenti sconvolti

“Non si può morire così, uccisa in quel modo a casa sua”. Urla di disperazione, di sgomento, di incredulità accompagnano la salma di Stefania Fragliasso all’uscita del palazzo dove risiedeva, al civico 176 di via Santa Lucia ai Filippini.

Un complesso residenziale che si trova all’interno del rione Sant’Erasmo a Napoli, tra i quartieri Mercato e Gianturco. Un parco con due ingressi, dotato di telecamere e di un servizio di guardiania all’altezza dell’entrata principale, quella più distante dall’abitazione dove si è consumata la rapina finita in tragedia. L’ultima volta la signora Stefania, 76 anni, sposata e madre di quattro figli (tre uomini e una donna), di cui due vivevano nelle vicinanze, è stata vista poco dopo le 10 di lunedì mattina. Era scesa come tutti i giorni per fare una piccola spesa stesso all’interno del parco. Viveva con il marito, in pensione, sceso anche lui per sbrigare commissioni.

TELECAMERE DECISIVE – Era andata dal fruttivendolo sotto casa, giusto pochi minuti. Poi ha salutato i residenti della zona ed è tornata a casa dove ha incontrato la morte. Ad attenderla c’erano probabilmente due persone (ma questo lo chiariranno le indagini dei carabinieri e soprattutto le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nel parco). Sono entrati in casa, seguendola, aspettando che aprisse la porta per poi spingerla all’interno o, addirittura, suonando il campanello e cogliendola di sorpresa con una scusa.

RAPINA FINITA MALE – Una volta dentro, chi aveva intenzione di svaligiare l’appartamento ha aggredito Stefania, coprendole buona parte del volto con del nastro adesivo, prima di bloccarla sul letto con mani e gambe legate sempre con lo scotch. A ritrovare il cadavere della donna, deceduta probabilmente per un arresto cardiaco, il figlio e il marito, entrati in casa intorno alle 11 insieme a un vicino. E’ stato quest’ultimo a chiamare la sala operativa dei carabinieri.

Giunti poco dopo sul posto, i militari dell’Arma, coadiuvati dagli uomini della sezione investigazioni scientifiche, hanno effettuati i primi rilievi nell’appartamento al terzo piano. La porta di ingresso non presenta segni d’effrazione e sul corpo della vittima non sono stati riscontrati, secondo un primo esame, segni di violenza. Sarà l’autopsia disposta dal magistrato di turno della Procura di Napoli a chiarire le cause che hanno portato alla morte della donna. I carabinieri hanno raccolto anche le testimonianze dei vicini di casa e dei residenti del parco.

DUE VIE DI FUGA – C’è chi dice di averla vista questa mattina nel parco, chi avrebbe udito un solo urlo provenire dall’appartamento, probabilmente mentre i ladri provavano a zittirla con il nastro adesivo. Chi è entrato in azione conosceva le abitudini della donna e sapeva che in quel preciso momento era sola in casa. “Eppure in questo parco non accade nulla di pericoloso, ci conosciamo tutti” osservano madre e figlia presenti all’esterno della palazzina di sette piani dove abitava Stefania. C’è chi fa notare che i malviventi potrebbero essere fuggiti anche dal tetto: “I due palazzi adiacenti sono comunicanti attraverso la terrazza. Chi entra da una parta può uscire dall’altra se trova aperto l’accesso”. Decisive le immagini raccolte dalle telecamere presenti in più punti del parco. Rabbia invece per quelle presenti, ma non attive, al civico 176.