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Scacco al feudo di Zagaria, sigilli a ville e negozi dei familiari del super boss

Scacco ai beni nella disponibilità della famiglia del super boss Michele Zagaria. Ville e attività commerciali intestate fittiziamente a prestanomi ma di fatto riconducibili ai fratelli del padrino dei Casalesi, arrestato nel dicembre del 2011. Nel corso della mattinata odierna, nelle province di Caserta e Cremona, personale del Centro Operativo Direzione Investigativa Antimafia di Napoli, coadiuvato da militari del Comando Provinciale Carabinieri di Caserta, ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dall’Ufficio GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopeo.

Sigilli a beni di ingente valore commerciale (circa 3milioni di euro), che le indagini hanno consentito di appurare essere nella piena disponibilità di alcuni componenti della famiglia Zagaria di Casapesenna, il cui capo indiscusso è Michele Zagaria, detto Capastorta, attualmente detenuto in regime di 41 bis (carcere duro) nella casa circondariale de L’Aquila. Della famiglia Zagaria risultano condannati (ed attualmente detenuti) per  associazione di stampo mafioso anche alcuni tra i fratelli e le sorelle del citato capo clan: Beatrice, Elvira, Pasquale ed Antonio, questi ultimi due destinatari dell’odierno provvedimento cautelare reale.

Le attività investigative, che si sono avvalse di intercettazioni dei colloqui che i detenuti indagati  svolgevano in carcere con i familiari, di intercettazioni telefoniche ed ambientali degli indagati liberi e di minuziosi e complessi riscontri di natura bancaria e documentale, hanno consentito di accertare la riconducibilità dei beni sequestrati, sotto il profilo della diretta pertinenzialità, alle fattispecie di reato contestate agli odierni indagati, i quali presentano un quadro reddituale di assoluta sproporzione rispetto al valore dei beni dagli stessi acquistati.

Sigilli a due lussuose ville presenti a Casapesenna. La prima risultata essere nella effettiva proprietà di Antonio Zagaria e della moglie Patrizia Martino(attualmente sottoposta alla misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Casapesenna nell’ambito dello stesso procedimento penale, in quanto indagata per il delitto di ricettazione). L’immobile, del valore commerciale di oltre un milione di euro al momento dell’acquisto, fu venduto dietro corrispettivo di soli 300mila euro. Risulta attualmente completamente ristrutturato e finemente arredato.
La seconda era invece nella disponibilità di Pasquale Zagaria e della moglie Francesca Linetti (
attualmente sottoposta alla misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Casapesenna nell’ambito dello stesso procedimento penale, in quanto indagata per il delitto di ricettazione). L’immobile ha un valore commerciale di oltre un milione e mezzo di euro ed è stato interamente costruito su di un terreno estorto da Pasquale Zagaria al precedente proprietario, il quale ricevette, contro la sua volontà, la somma di euro 60mila euro er la compravendita.

Sequestrato anche un negozio di vendita al dettaglio di capi d’abbigliamento, risultato essere nella effettiva proprietà di Carmine Zagaria e formalmente intestato alla moglie Tiziana Piccolo (attualmente sottoposta alla misura cautelare del divieto di dimora nel Comune di Casapesenna nell’ambito dello stesso procedimento penale, in quanto indagata per il delitto di ricettazione).

In relazione all’acquisto dei sopra citati beni: Antonio Zagaria, Patrizia Martino e Luigi Diana, detto ‘o riavulo pregiudicato e persona vicina alla famiglia del super boss, dovranno rispondere di trasferimento fraudolento di valori per aver intestato a terzi (la cui posizione è stata archiviata nel presente procedimento) l’immobile risultato essere nella loro proprietà; a Pasquale Zagaria è contestato il delitto di estorsione in danno dei precedenti proprietari dell’immobile; quest’ultimo, insieme a Francesca Linetti e Marcella Maccariello sono anche accusati di trasferimento fraudolento di valori, per aver intestato fittiziamente l’immobile risultato essere nella loro proprietà alla citata Maccariello; a Carmine Zagaria e Tiziana Piccolo è inoltre contestato il trasferimento fraudolento di valori per avere il primo fittiziamente intestato l’esercizio commerciale MI.NI STORE (ditta individuale) alla coniuge.

A tutti gli indagati è stato notificato, inoltre, un provvedimento di avviso della conclusione delle indagini preliminari. Contestualmente sono state eseguite sei perquisizioni domiciliari nei luoghi di residenza di tutti gli indagati liberi e negli immobili ed esercizi commerciali in sequestro. Questi ultimi, infine, sono stati immessi in possesso ad un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Napoli che ne curerà la gestione in attesa della definizione del procedimento.

Si riportano i nominativi di tutti gli indagati:

  1. DIANA Luigi, inteso o riavul;
  2. LINETTI Francesca, moglie di Pasquale ZAGARIA;
  3. MACCARIELLO Marcella;
  4. MARTINO Patrizia, moglie di Antonio ZAGARIA;
  5. PICCOLO Tiziana, moglie di Carmine ZAGARIA;
  6. ZAGARIA Antonio;
  7. ZAGARIA Carmine;
  8. ZAGARIA Pasquale.