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VAR o no VAR, questo è il problema: uno strumento da potenziare

Si parla molto in Italia sull'utilità o meno di questa tecnologia. Invece, la discussione dovrebbe portare ad un miglioramento dello strumento

Quante polemiche ha causato il Video Assistant Referee, meglio conosciuto con l’acronimo di VAR. La sua introduzione in Serie A ha comportato più discussioni di quante se ne facevano prima in sua assenza. Eppure questa tecnologia avrebbe dovuto diminuire il “caos” scatenato dai tanti episodi dubbi che si vedono sul campo di calcio in occasione di un partita.

Questo strumento, avrebbe dovuto rappresentare un sostegno per l’arbitro. Un “alleato”, un aiuto che arriva in soccorso del direttore di gara quando quest’ultimo non è in grado di prendere una decisione. Invece, come per magia, in Italia il VAR è diventato un mezzo capace di amplificare quelle polemiche che si prolungano all’infinito in televisione e sui giornali.

Ad oggi, addirittura, sono in molti che mettono continuamente in discussione il VAR. Ma come è possibile che la funzionalità di quest’ultimo sia stata del tutto ribaltata? Da tecnologia fondamentale per evitare errori, il VAR è diventato strumento che alimenta complotti e le chiacchiere dei complottisti. Per la serie: se la Juventus “ruba” anche con il VAR o quest’ultimo viene utilizzato in favore dei bianconeri, tanto vale eliminarlo.

Ricapitolando il VAR può essere usato esclusivamente in quattro casi:

  • segnatura di un gol;
  • assegnazione di un calcio di rigore;
  • espulsione diretta (non quella per somma di ammonizioni, “giallo”);
  • errore di identità (scambio del calciatore da ammonire o espellere con un altro).

Gli arbitri addetti al sistema VAR sono il VAR e l’AVAR che sono in costante comunicazione via radio con l’arbitro in campo. Il funzionamento di tale procedura è formato da tre diverse fasi:

  • il VAR e l’AVAR informano l’arbitro riguardo a una decisione da rivedere;
  • il VAR e l’AVAR rivedono le immagini video, spiegando all’arbitro cosa è successo;
  • l’arbitro, per decidere, potrà rivedere il video a bordo campo.

La decisione finale spetta all’arbitro.

Di conseguenza, se provassimo a guardare la questione da un’altra prospettiva e rigirassimo la domanda? Quindi, perché non rendere l’utilizzo del VAR più semplice? Perché non semplificare la vita dell’arbitro agevolandone la chiamata del Video Assistant Referee? Perché non estendere (o nel caso ridurre) la possibilità di chiamare il VAR senza che essa influenzi sulla giocabilità di una partita? Perché non obbligare i club ad installare maxi schermi negli stadi affinché i tifosi presenti possano guardare con l’arbitro l’azione mandata dal VAR? E infine, perché non responsabilizzare al 100% i direttori di gara nelle decisioni da prendere, sia per la chiamata del VAR che per il verdetto finale (dopo aver ri-visto in video l’azione incriminata)?

Insomma, a me (che non sono un complottista) mi sembra che tutte le polemiche dovute al VAR servono soltanto a metterne in discussione l’utilità, con il grande rischio di vedere eliminare questa tecnologia. Situazione, a mio modo di vedere, nefasta e che farebbe tornare il calcio italiano indietro di molti anni. Parliamoci chiaro, anche con il VAR una situazione di gioco può restare dubbia e in balia dell’interpretazione umana (e quindi giusta o sbagliata) dell’arbitro. Ma è assolutamente vero che questo strumento può solo migliorare il calcio e quindi andrebbe migliorato, potenziato e non abolito. Chi predica il contrario vuole solo il male di questo sport.

VAR o no VAR, questo è il problema: uno strumento da potenziare