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Camorra, Di Lauro era in casa con la compagna: folla di persone all’esterno della Questura

Marco Di Lauro si nascondeva in un condominio di via Emilio Scaglione a Chiaiano quando un blitz interforze ha messo fine alla sua lunga latitanza iniziata il 7 dicembre 2004.

“F4”, così denominato per essere riconosciuto su libro pagata del clan tra i 10 figli di Paolo Di Lauro, è stato arrestato nel primo pomeriggio in un’operazione congiunta di Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia diretta dal Procuratore Capo Giovanni Melillo. Di Lauro era il secondo latitante più pericoloso d’Italia dopo Matteo Messina Denaro.

Al momento dell’irruzione, Di Lauro jr, che ha 38 anni, era in casa con la compagna e non ha opposto resistenza. All’esterno della palazzina di Chiaiano si è creato un capannello di persone che hanno assistito all’operazione delle forze dell’ordine, incitando con applausi e parole positive. Il superboss è stato poi caricato in auto e condotto, controllato dall’alto da un elicottero, in Questura dove si sono radunate centinaia di persone tra forze dell’ordine e cittadini.

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Marco – scrivemmo nei mesi scorsi – è sicuramente uno dei figli più carismatici di Paolo Di Lauro. Simile a Vincenzo, il secondogenito recentemente scarcerato, di lui non si sa nulla da anni. Mai una parola sul suo conto in qualche intercettazione. Mai un pentito che ne abbia raccontato gli ultimi sviluppi. Nulla. Per gli investigatori potrebbe essersi trasferito nella sicura Dubai, rifugio scelto da tantissimi latitanti. Da lì starebbe continuando a gestire gli affari della famiglia, che vanta ricchezze in tutta Europa e non solo. Un patrimonio riciclato un poco alla volta.

Soddisfatto anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris: «Complimenti a Polizia di Stato, Carabinieri e Magistratura per l’arresto del latitante Marco Di Lauro. La lotta alla camorra è al centro dell’azione dello Stato nella nostra Città». «Marco Di Lauro non era armato e non ha opposto resistenza». Lo ha detto il questore di Napoli, Antonio De Jesu, che è sceso dai suoi uffici per accogliere i suoi uomini che, insieme all’Arma dei Carabinieri, hanno condotto l’operazione nel pomeriggio di oggi. Soddisfatto anche il comandante provinciale dei Carabinieri di Napoli, colonnello Ubaldo Del Monaco, che ha evidenziato che l’azione si è svolta sotto il coordinamento della Dda di Napoli guidata dal procuratore Melillo. «Siamo contenti», ha aggiunto Del Monaco.