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Investito mentre attraversa la strada, è morto lo storico preside Aristide Ricci

E’ deceduto dopo cinque giorni di agonia in ospedale. Napoli, e nella fattispecie la periferia orientale e il comune di Portici, piange la morte di Aristide Ricci, storico preside del liceo Classico Flacco, scomparso a 82 anni dopo essere stato vittima di un incidente stradale.

Investito da una moto mercoledì 13 febbraio, poco prima delle 13, il preside nella caduta ha battuto la testa. L’incidente è avvenuto in via Domenico Atripladi a San Giovanni a Teduccio. Ricci è stato urtato da una moto mentre si accingeva ad attraversare la strada. L’impatto – stando a quanto ricostruito dagli agenti della sezione Infortunistica della polizia municipale, diretti dal capitano Antonio Muriano – non è stato violento ma a causa dell’età l’uomo ha riportato gravi conseguenze nella caduta.

Soccorso, anche dallo stesso motociclista, e trasportato all’ospedale Cardarelli da un’ambulanza del 118, il preside aveva riportato un ematoma cerebrale. Nonostante l’immediato intervento chirurgico, nei giorni successivi le sue condizioni sono degenerate fino al decesso. Cambia anche l’accusa per l’uomo che lo ha investito, denunciato inizialmente per lesioni. Ora dovrà rispondere di omicidio stradale.

La sua scomparsa ha lasciato nello sconforto tantissimi alunni che nel corso degli anni si sono susseguiti nel liceo di Portici. In tanti stimavano il preside Aristide Ricci, ricordato con affetto in queste ore.

“Con dolore – scrive il giornalista Michele Ippolito – ho appreso dell’assurda morte di Aristide Ricci, che è stato per me un mentore ed un amico oltre che il Preside dei miei anni delle superiori. Mi diede una mano anche per la tesi di laurea e con enorme stupore scoprii che uno dei testi che mi sarebbero stati più utili, sulla storia del sindacalismo bianco nel Sud, era stato scritto da lui qualche decennio prima: non sapevo nulla di quei suoi studi! A tanti ragazzi dell’epoca appariva come rigido e distaccato, io che avevo la fortuna e l’onore di potergli stare più vicino sapevo che era un uomo che amava profondamente la scuola e la cultura e che, ogni volta che ce n’era occasione, spendeva una parola buona per qualche allievo più irrequieto e in difficoltà. Non lo incontravo da un po’, ma ogni volta che accadeva era motivo di gioia. In questa foto eravamo a Roma, durante una gita, ma non ricordo cosa visitammo. Ricordo però che mi sedetti vicino a lui in pullman e chiacchierammo di molte cose. Sapevo che gli altri mi sfottevano per questo, ma a me non importava: io gli volevo bene e gli ero grato per quello che mi insegnava con la sua presenza e le sue parole. Ave atque vale, caro Preside, nell’attesa di rivederci un domani”.

La sua attenzione agli studenti si manifestava già dal mattino quando ci accoglieva a scuola e ci dava il buon giorno. È stato un modello per tutti noi” scrive Grazia. “Una persona meravigliosa. Colto, elegante, garbato ed amorevole…con una passione inaudita per la sua scuola” aggiunge Anna. 

foto Michele Ippolito (Facebook)