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Inter-Napoli, patto di omertà tra questore e Mazzoleni: “Al prossimo la sospendiamo”

Un “patto di omertà” che ha visto protagoniste tutte le parti chiamate in causa. Da questore di Milano Marcello Cardona all’arbitro Pier Silvio Mazzoleni, passando per il quarto uomo e i giudici della Procura federale.

E’ il retroscena di Inter-Napoli, la gara del campionato di serie A del 26 dicembre scorso macchiata da episodi vergognosi come i cori razzisti nei confronti del difensore napoletano Koulibaly e dall’agguato dei tifosi nerazzurri ai rivali napoletani, avvenuto due ore prima del fischio d’inizio in via Novara. Agguato e scontri che hanno poi provocato la morte dell’ultrà varesino (gemellato con l’Inter) Daniele Belardinelli.

A raccontare del “patto di omertà” e della mancata assunzione di responsabilità di tutti gli attori in campo è il giornalista Guido Ruotolo sulle pagine web de Il Napolista.

Per quattro volte, nei primi quarantacinque minuti di gioco, gli ultrà della curva interista indirizzano i loro buuu nei confronti di Koulibaly e tanto il Napoli come e i giudici sportivi presenti in campo chiedono di interrompere la partita. Tra il primo e il secondo tempo, secondo Ruotolo, ebbe luogo una riunione nella quale si decise che alla prima manifestazione di intolleranza e discriminazione razziale si sarebbe proceduto con l’interruzione della partita.

Il questore, però, “si allontana dallo stadio e quando al 25esimo minuto del secondo tempo partono di nuovo i boati contro Koulibaly, il quarto uomo sollecitato a prendere una iniziativa sollecitando il responsabile dell’ordine pubblico fa come Ponzio Pilato: se ne lava le mani. L’arbitro e la questura milanese fanno finta di nulla”. Una ricostruzione che danneggia ulteriormente l’immagine del calcio italiano e delle sue istituzioni: il richiamo di UEFA e FifPro non è stato di certo un caso.