Ergastolo per il boss del clan De Micco di Ponticelli e per tre affiliati ritenuti responsabili dell’omicidio di Salvatore Solla, 63 anni, avvenuto nel Lotto O il 23 dicembre 2016, a poche ore dalla vigilia di Natale. Questa la richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli nel processo, che si sta svolgendo davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Napoli, alla cosca della periferia orientale di Napoli sgominata lo scorso 28 novembre 2017 dalla Squadra Mobile di Napoli con ben 23 arresti.
Chiesto il massimo della pena per il capo clan Luigi De Micco, 42 anni, considerato il vero regista dell’agguato, coordinandone le fasi preparatorie ed esecutiva, per il killer Antonio De Martino, 29 anni, e per Alessio Esposito, 24 anni, e Davide Principe, 29, che parteciparono alla pianificazione dell’assassinio, oltre che a provvedere all’incendio del furgone utilizzato per compiere l’agguato.
Diversa sorte per l’imputato Nicola Pizzo, 37 anni, per il quale è stata formulata richiesta di assoluzione dal delitto di omicidio per mancanza di prove.

Solla è stato ucciso perché da ex affiliato al clan Sarno avrebbe voluto gestire autonomamente una piazza di spaccio, affronto imperdonabile per i De Micco. Era un freddo pomeriggio che anticipava la vigilia di Natale quando i killer sono entrati in azione in via Bartolo Longo. Solla era in compagnia di un’altra persona Giovanni Ardu che rimase ferito da un proiettile alla gamba.
Secondo l’accusa gli imputati, comunicando tra di loro con messaggi telefonici, erano al corrente di ogni passo della vittima, fino a rintracciarlo nei pressi di una sala scommesse dove si materializzò l’agguato.
NIENTE VERBALI DEL PENTITO – Un punto a favore della difesa del boss Luigi De Micco, è stato ottenuto dai penalisti Dario Vannetiello e Giusida Sanseverino, le cui argomentazioni sono risultate decisive nella decisione del giudice Roberta Attena di rigettare la richiesta della DDA di acquisire i vergali di interrogatorio resi dal neo-pentito Nunzio Daniele Montanino, 42 anni, considerata la “faccia pulita” del clan.
Nonostante la mancata acquisizione degli atti, che avrebbe ulteriormente peggiorato la posizione degli imputati, il quadro a loro carico resta pur sempre consistente grazie a significative ed eloquenti messaggi tra i quattro, intercettati dagli inquirenti durante le sofisticate indagini.
LE ALTRE RICHIESTE – Queste le altre richiesta della DDA nei confronti di coloro che rispondono anche associazione camorristica, estorsioni, armi e ricettazione. Chiesti 15 anni a Cocozza Moreno, Napolitano Giuseppe e Scala Roberto; 12 anni a Borriello Giuseppe; 10 anni ad Autore Antonio, Carbone Lino, De Bernardo Francesco, De Martino Giuseppe, Gentile Michele, Limatola Domenico, Ottaiano Giovanni, Pane Roberto, Pizzo Nicola, Riccardi Fabio, Scala Vincenzo e Sorrentino Gennaro ed infine 5 anni al collaboratore di giustizia Capasso Rocco.
Le prossime udienze calendarizzate sono quelle del 19, 24 ottobre, 7 e 22 novembre, tutte destinate alle arringhe dei numerosi difensori degli imputati, coinvolti nelle plurime gravi contestazioni del processo alla cosca dei De Micco.
