Voce di Napoli | Navigazione

Omicidio Ciro Esposito, confermata la condanna a 16 anni per De Santis: “Crimine ingiustificabile”

AGGIORNAMENTO 20:02
E’ stata confermata a 16 anni la condanna per Daniele De Santis, l’ultrà romanista ritenuto responsabile dell’omicidio volontario di Ciro Esposito. Poco prima delle 20 è arrivata la sentenza della Cassazione. “Finalmente la parola fine rispetto ad un crimine ingiustificabile che ha colpito la famiglia Esposito, la città di Napoli e lo sport, nessun altro sconto e conferma della sentenza di appello a 16 anni di reclusione per De Sanctis” ha dichiarato Angelo Pisani.

“Volevo la verità, e l’ho avuta: non mi interessa quanti anni si fa De Santis ma solo che siano state definite le sue responsabilità”. Queste le parole di Antonella Leardi, la mamma di Ciro. Rigettata la pista della legittima difesa presentata dai legati di De Santis.

Il tifoso azzurro di Scampia morì a 30 anni il 25 giugno 2014 dopo oltre 50 giorni di agonia in seguito alle gravi lesioni riportate agli organi interni dopo l’agguato subito prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, in programma il 3 maggio.

Quattro anni dopo Ciro non c’è più mentre nel processo d’Appello (secondo grado) la condanna a De Santis è stata ridotta da 26 a 16 anni, decisione motivata “dall’assoluzione dall’ulteriore reato di rissa contestato, nonché dall’esclusione dell’aggravante dei futili motivi e della recidiva”. Un’azione che i giudici, nelle motivazioni della sentenza, definirono “bravata“.

In aula a Roma “il procuratore generale – spiega Angelo Pisani, legale della famiglia Esposito – ha dichiarato infondati i primi 4 punti del ricorso presentato dai difensori di De Santis e ne ha chiesto il rigetto”. “Aspettiamo la sentenza sperando nella giustizia dopo le inattese considerazioni sui futili motivi della corte di Appello” ha aggiunto Pisani.

“Siamo fiduciosi nella giustizia”. Così l’associazione Ciro Vive in un post su Facebook. “In attesa del terzo grado di giudizio per il processo a De Santis, che si terrà domani 25 settembre presso la Corte Suprema di Cassazione Sez. Penale di Roma, i genitori di Ciro Esposito, lanciano l’ennesimo appello di pace: “Dal primo momento abbiamo dato prova, nonostante il dramma vissuto, che la violenza e la vendetta non ci appartengono. Siamo però alla ricerca di giustizia e verità. Per quanto tutto questo non potrà restituirci nostro figlio, abbiamo il diritto di chiedere che venga ricercata la verità e la giustizia con ogni sforzo”.


“Abbiamo bisogno della solidarietà di tutti voi, di tutti quelli che amano la giustizia. Qui non è solo in gioco la memoria di nostro figlio, ma anche la dignità di una città intera. Abbiamo subito molte cattiverie, abbiamo patito sulla nostra pelle la malizia di luoghi comuni, oggi c’è un’intera comunità che si stringe attorno a noi e desideriamo ringraziarli tutti. Nel nome di Ciro continueremo a combattere perché questo non accada più. Non deve mai più succedere che una partita di calcio si trasformi in una tragedia”.