L'esposizione al Palazzo delle arti di Napoli ha messo in mostra i diversi aspetti dell'artista spagnolo, tra i più influenti del 20esimo secolo
Tutto il primo piano del PAN (Palazzo delle arti di Napoli) dedicato a Dalì, o meglio a “Io Dalì“, la mostra dedicata al poliedrico artista spagnolo. Una rassegna che ha mostrato le diverse caratteristiche di Dalì.
Scrittore, pittore, scultore, designer, amante della tecnologia, della filosofia. Dalì è stato uno dei più grandi personaggi del ‘900. Il punto di forza della mostra è la sua installazione. Al PAN un aspetto che a volte ha un pò deluso.
Invece per “Io Dalì” è proprio la scelta di come e dove disporre tutto il materiale dedicato all’artista, la sua multimedialità, i maxi schermi per le proiezioni video e il gran finale con il racconto del “Teatro-Castello di Dalì” che è stato davvero affasciante, hanno reso la mostra davvero interessante.
Forse il materiale esposto è un pò pochino rispetto alla personalità e alla produzione di un artista del livello di Dalì, ma una cosa è certa per gli amanti dell’arte non ci sarà nessuna delusione. Andare alla mostra ne vale la pena.
È stata chiamata “Io Dalì” l’evento che avrà come protagonista fino al 10 giugno, Salvador Dalì, uno dei più grandi artisti che il mondo abbia mai avuto. La mostra è esposta a Napoli, al PAN (Palazzo dell Arti di Napoli) dal 1 marzo.
La mostra è stata diretta da Alessandro Nicosia (presidente di C.r.o., acronimo di Creare Organizzare Realizzare) ed è stata patrocinata dal Comune di Napoli, in collaborazione con la Fundaciò Gala-Salvador Dalì. “Io Dalì” è stata organizzata col supporto del ministero della Cultura spagnolo e con l’istituto Cervantes e dell’ambasciata di Spagna in Italia. L’iniziativa è stata curata da Laura Bartolomè e Lucia Moni per la Fundaciò Gala-Salvador Dalì e Francesca Villanti, direttore scientifico di C.R.O., con la consulenza scientifica di Montse Aguer e Rosa Maria Maurell.
Tra le opere esposte, l’autoritratto con il collo raffaellesco del 1921, diversi disegni realizzati per la sua autobiografia “Vita segreta” (pubblicata nel 1942), ma anche filmati, performance e le apparizioni nei mezzi di comunicazione. Come le copertine alle riviste e la partecipazione in veste di ospite a “What’s my Line“, concorso televisivo americano trasmesso sulla Cbs. Una sezione è inoltre dedicata alle fotografie, tra cui quella di Philippe Halsmanche ha come soggetto gli eccentrici baffi di Dalì.












