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Napoletani scomparsi in Messico, l’annuncio: “Prime informazioni dopo i 90mila euro offerti”

E’ bastato diffondere la notizia di una ricompensa da due milioni di pesos (circa 90mila euro) a disposizione di chiunque dia informazioni alle famiglie del tre napoletani scomparsi il 31 gennaio scorso in Messico per iniziare a smuovere qualcosa.

Secondo Luigi Ferrandino, legale delle famiglie Russo e Cimmino, l’eventuale ricompensa “sta già producendo i suoi frutti: sono arrivate prime notizie, da verificare ovviamente, ma qualcosa si muove”.  Nel corso di una conferenza stampa tenutasi in mattinata a Napoli, alla quale hanno preso parte anche alcuni familiari di Raffaele e Antonio Russo, e di Vincenzo Cimmino, l’avvocato e i familiari hanno sottolineato che è loro intenzione rendere disponibili queste notizie a investigatori italiani e non messicani.

“Il Ministero invii sul posto inquirenti italiani – ha detto ancora Ferrandino – oppure, se già ci sono, ci faccia giungere rassicurazioni”. Poi l’appello lanciato al governo messicano: “Anche loro propongano, così come abbiamo fatto noi, una ricompensa”.

A lanciare la notizia di una ricompensa è stato Francesco Russo, figlio di Raffaele e fratello di Antonio, che su Facebook ha annunciato la decisione della famiglia di offrire due milioni di pesos a chiunque sarà in grado di fornire informazioni che permettano a loro o agli investigatori di mettersi sulle tracce dei tre partenopei. I tre italiani sarebbero stati ceduti da alcuni poliziotti a un cartello criminale del posto per soli 43 euro e i due milioni di pesos potrebbero smuovere lo stallo in cui versa la vicenda.

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