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Tragedia Latina, genitori di Gino sconvolti: “Aveva paura di non vedere più le figlie”

Dolore e sgomento a Secondigliano, periferia a nord di Napoli, dove in una traversina a pochi passi dal Corso principale vive la famiglia di Luigi Capasso, il carabiniere di 43 anni che all’alba di mercoledì 28 febbraio a Latina ha ferito gravemente la moglie con tre colpi di pistola, prima di entrare nell’abitazione e uccidere le figliolette di 8 e 14 anni mentre dormivano. Poi il suicidio.

A Secondigliano il militare in servizio a Velletri è cresciuto e tornava spesso a far visita a genitori e amici. Il padre Giuseppe, dipendente comunale in pensione, e la madre Nunzia non si aspettavano un epilogo del genere. Sapevano che il matrimonio tra il figlio e Antonietta era finito la scorsa estate con la donna che più volte aveva presentato esposti contro gli atteggiamenti violenti e ossessivi dell’oramai ex marito.

“Lasciateci da soli col nostro dolore”, si limitano a dire al citofono il papà e la mamma del carabiniere. Così come riporta Il Mattino, nella giornata di ieri c’è stato un via vai  di persone presso la loro abitazione per cercare di portare un minimo di conforto dopo la tragedia. “Me lo ricordo ancora, Gino, quando giocava sotto la mia finestra da piccolo e la madre lo chiamava dal balcone” dice una donna che abita nella traversa sono brava gente.

“Sapevamo – aggiunge – che con la moglie le cose non andavano bene, ma lui sembrava sempre il solito Gino: un ragazzo a posto, lavoratore. E poi era ‘na guardia, chi se lo sarebbe mai aspettato? Chissà cosa gli è passato per la testa in quel momento”. Da mesi ormai i rapporti tra il carabiniere e la moglie Antonietta erano tesi. “Gino aveva paura di non vedere più le figlie”. Quelle bambine che ha ammazzato senza pietà dopo aver ridotto in fin di vita la moglie.