Il ragazzo 17enne, gambizzato domenica sera durante un agguato a Cavalleggeri, posta su Facebook una foto con il dito medio alzato e una didascalia: “Massa di infami, mi avete solo graffiato ma noi cammineremo sempre a testa alta mentre voi la testa alta l’avete solo quando camminate con gli infami come voi“.
A sole cinque ore di distanza dall’agguato a Cavalleggeri, il ragazzo, sente l’esigenza di esprimere il suo concetto nei confronti di chi l’ha ferito. Si sente un po’ più forte ora e può sfidare chi lo ha sparato. Anche se gli inquirenti del commissariato San Paolo non escludono ancora alcuna pista, la più avvalorata è quella della guerra tra clan nella periferia ovest di Napoli. Il 17enne infatti è il figlio di Alessandro Giannelli, militante nel clan D’Ausilio, già arrestato in passato dai carabinieri mentre cercava di scappare in autostrada e poi scarcerato in attesa di processo. L’uomo avrebbe cercato di espandere gli interessi del suo clan di Bagnoli mettendo a rischio gli interessi degli altri gruppi camorristici.
I colpi di pistola esplosi verso il ragazzo per ferirlo, per “avvertire” e non per uccidere, hanno scatenato dunque una reazione del giovane. Di moda ormai tra i malviventi è l’utilizzo dei social network per divulgare i loro messaggi sia agli amici che ai nemici, come Walter Mallo, il giovane boss del Rione Don Guanella, che comunica le sue missive da Facebook.