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Cardarelli, 144 donne vittime di violenza al Centro Dafne. Verdoliva: “Sempre al loro fianco”

In dieci mesi di vita sono stati registrati ben 144 casi di violenza sulle donne. Questo il primo bilancio del Centro Dafne dell’ospedale Cardarelli di Napoli. Nella conferenza stampa di martedì mattina, svoltasi nell’Aula Mediterraneo del nosocomio partenopeo, il direttore generale del Cardarelli, Ciro Verdoliva, ha fatto il punto della situazione.  “In cuor mio avrei quasi sperato di non dover dire che il nostro Centro Dafne sta registrando numeri importanti. Purtroppo, ma anche per fortuna per le donne che si stanno salvando, abbiamo intercettato al nostro Pronto soccorso Codice Rosa già 144 casi di violenza”.

“Lo scorso anno – prosegue Verdoliva – abbiamo avviato un percorso al quale teniamo in modo particolare. In un pronto soccorso come il nostro non potevamo non dedicare un’attenzione particolare a quei segnali dietro i quali si maschera la violenza”. Dal 1° gennaio al 31 ottobre 2017 sono state accolte, osservate e refertate nel pronto soccorso medico 144 donne che hanno subito violenza di genere (fisica, sessuale, verbale o psicologica). Delle 144 donne accolte e refertate in pronto soccorso 3 erano minori e 9 straniere. A tutte è stata offerta consulenza psicologica,  scelta da ben 96 donne. In più sono state avviate al collegamento diretto (terzo step del percorso rosa) con le istituzioni territoriali (forze dell’ordine, centri anti-violenza, servizi sociali, Procura della Repubblica).

Presentato anche il cortometraggio prodotto dalla Maxima Film di Marzio Honorato e Germano Bellavia, contro la violenza di genere. Presentazione avvenuta alla presenza dell’assessore regionale Chiara Marciani, che annovera tra le sue deleghe quella alle Pari opportunità; la dott.ssa Elvira Reale, responsabile scientifico del Centro Dafne; il regista del cortometraggio Corrado Ardone e gli attori protagonisti Rosalia Porcaro e Antonio Pennarella.

A margine del cortometraggio, l’attore e produttore Marzio Honorato ha dichiarato: «Quando si parla di violenza sulle donne non si può più parlare di casi isolati, bensì di un fenomeno crescente. Questo cortometraggio vuole trasmettere un messaggio chiaro alle donne che si identificano nel personaggio di Lia. Il messaggio è: “Non continuate a far finta di niente”, non si può fingere che tutto vada bene, perché potrebbe essere estremamente pericoloso. Quello che desideriamo dire alle donne è: “Parlatene, rivolgetevi a centri di aiuto e prevenzione”. Agli uomini invece, che vedono negli atteggiamenti e le parole del personaggio di Antonio se stessi, possiamo solo dire: “Fermatevi, prima che sia troppo tardi”.