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Champions, il Napoli inciampa in Ucraina: capiamo il perché

Proviamo ad analizzare la partita persa dalla squadra di Maurizio Sarri contro lo Shakthar Donetsk

Dobbiamo dire la verità, il Napoli ha giocato una brutta partita. Gli azzurri hanno praticamente regalato più di un tempo ai propri avversari, bravi nell’imbrigliare le geometrie di Sarri &Co, per poi colpire con rapidi contropiedi contro i quali i partenopei hanno reagito con affanno e impreparatezza. Si è quasi assistito, ad un certo punto, alla partita vista contro il Bologna, con l’unica differenza che il team ucraino è di livello superiore rispetto ai rossoblu.

Bisogna dire che una volta che il Napoli ha smesso di commettere tanti errori in fase di palleggio, la partita ha iniziato a cambiare direzione. La squadra di Maurizio Sarri ha reagito e preso in mano il pallino di gioco, riuscendo a mettere in pratica le proprie strategie divertenti e scoppiettante. Poi il secondo gol ha spezzato le ali al Ciuccio che ha trovato gli ultimi brii della partita grazia all’ingresso in campo di Allan Dries Mertens.

Proviamo a vedere, ruolo per ruolo, cosa non ha funzionato e dove bisognerebbe intervenire per evitare futuri passi falsi. In fondo anche se nell’arco di una stagione esistono momenti di maggiore difficoltà, è giusto lavorare sugli errori per provare a correggerli, così da cercare di avere meno punti deboli possibili.

REINA- Il portiere spagnolo ha responsabilità su entrambi i gol ma soprattutto sul secondo. Per la prima rete Pepe potrebbe avere l’attenuante di non vedere bene la palla nel momento in cui è stata calciata. Ma la traiettoria non era impossibile e il gol poteva essere evitato. Il raddoppio dello Shakthar è invece frutto di un suo gravissimo errore: un’uscita a vuoto, in cui il tempo scelto è stato del tutto sbagliato. Un paso falso che ha rotto la partita. Tra le due marcature una grande parata che ha avuto il merito di non anticipare il secondo gol degli ucraini.

DIFESA- Male Elseid Hysaj, un gigante insuperabile Raul Albiol. Normale amministrazione per Kalidou Koulibaly Faouzi Ghoulam. Il terzino albanese non è mai stato in partita, spesso superato in fase difensiva, sempre inconcludente in quella offensiva. Nessun cross calciato da lui ha creato dei seri problemi alla retroguardia avversaria. La prestazione di Hysaj ha fatto intendere quanto sarebbe stato necessario l’acquisto di un buon terzino destro che si sarebbe potuto alternare con lui. Albiol ha giocato una partita strepitosa, da leader. Non ha mai smesso di lottare, ci ha messo fisico e intelligenza. Spesso, quando Amadou Diawara non è stato in grado di impostare il gioco, ci ha pensato il centrale difensivo spagnolo.

CENTROCAMPO- Paradossalmente dal reparto in cui ci si aspetta sempre tanto è arrivata la delusione maggiore. Piotr ZielinskiDiawaraMarek Hamsik sono stati l’anello mancante della squadra. Incapaci di fare filtro per la difesa, sia in fase arretrata che di impostazione, il trio lanciato da Sarri non è riuscito a “connettersi” bene con l’attacco. Su questo, potrebbe aver influito il fatto che al centro del tridente azzurro abbia giocato Arek Milik, ma è innegabile che: il giovane e talentuoso polacco sembra essere più decisivo quanto entra dalla panchina; l’ex Bologna ha iniziato a farci vedere la sua proprietà di palleggio troppo tardi; il capitano slovacco sarà protagonista della prossima puntata di “Chi lo ha visto?“. Quest’ultima provocazione, ma con tutt’altro significato, potrebbe essere rivolta anche a Marko Rog.

ATTACCO- In campo si è visto come sia differente l’armonia di gioco se Mertens non gioca. Non è una bocciatura per Milik, il centravanti polacco è un ottimo giocatore, si muove bene ed  ha realizzato il gol su rigore che ha accorciato le distanze (fallendo, però, il gol del pareggio). Ma ormai la tattica di Sarri e il suo meccanismo di gioco non possono fare a meno dell’attaccante belga. Lo si è visto subito: i movimenti rapidi tra le linee, gli uno due con i compagni, la capacità di saltare l’uomo e creare la superiorità numerica. Con l’ingresso in campo di Cruzzo il Folletto, il Napoli ha guadagnato velocità, energia, imprevedibilità e pericolosità. Ordinaria la partita fatta da Lorenzo Insigne, sempre di alto livello quella disputata da Josè Callejon: l’esterno spagnolo è un motorino instoppabile sulla fascia destra, grande cuore e sacrificio, per poco anche il gol del pareggio. Con il connazionale Albiol è stato il migliore dei suoi.

SARRI– L’allenatore l’aveva detto: “Io non solo voglio giocare bene e imporre il nostro gioco, ma voglio vincere. Tuttavia non sarà facile. Lo Shakthar è una squadra forte che può metterci in difficoltà. Anche perché veniamo da due partite delle quali non sono stato soddisfatto del gioco espresso dalla mia squadra“. Da Maestro di calcio qual è Sarri aveva percepito l’esistenza di qualche crepa che ha minato il puzzle meraviglioso da lui costruito insieme ai suoi interpreti. Delle piccole spaccature insinuatesi nelle partite giocate contro l’Atalanta e il Bologna. In quel caso il Napoli è stato bravo a vincere entrambe le sfide grazie a qualche colpo individuale o per il crollo inevitabile di avversari di qualità inferiore. Il famoso motto: ‘Saper vincere anche in modo sporco. Si vede che il tecnico ex Empoli ha letto la cosa in modo diverso. Forse, per quanto riguarda la partita di Champions League, gli si potrebbe imputare soltanto una cosa: Sarri avrebbe potuto far giocare Allan e Mertens dall’inizio. Il centrocampista brasiliano è quello che più di tutti fa un pressing da vero mastino che gli permette di rubare tanti palloni, inoltre è uno dei giocatori più in forma in questo momento. Di conseguenza, o l’evanescente Hamsik avrebbe potuto riposarsi, oppure Zielinski sarebbe potuto entrare a gara in corso, così da provare a cambiare il ritmo del match. Invece, l’attaccante belga, dal momento in cui ha fatto il suo ingresso in campo, ha dimostrato come il gioco della sua squadra difficilmente può prescindere dalla sua presenza. Infine due interrogativi: 1) Perché non dare più spazio a Rog? 2) Forse il Napoli ha sottovalutato gli avversari?

NOTA- Un aspetto davvero incredibile di questa sfida europea riguarda il numero di calci d’angolo. Il Napoli ne ha avuti a favore ben 11, lo Shakthar 0. È davvero grave in partite come queste non concretizzare neanche un solo calcio dalla bandierina. Le palle da fermo, quando si fa fatica a centrare la porta, sono importantissime. Inoltre, proprio alla luce di questo dato, bisogna fare i conti anche con i seguenti numeri: 16 tiri totali contro 11 (7 a 4 nello specchio), possesso palla al 52% contro il 42% degli ucraini, 23 a 5 cross su azione.

Adesso, ovviamente, nulla è compromesso. Si è trattato di un imprevisto che non deve avere contraccolpi psicologici sui giocatori. Il Napoli è sempre la squadra che gioca il calcio migliore, deve solo cercare, con la sapiente guida del suo allenatore, di limitare alcuni errori e tentare di avere l’approccio mentale alle partite sempre al massimo. Quest’aspetto fortifica anche la condizione fisica e atletica dei calciatori. Non c’è tempo per i ‘se e i ‘ma, c’è solo spazio per la voglia di migliorarsi e accrescere un certo spirito di rivalsa. La prima occasione è vicina, domenica al San Paolo arriva il Benevento per il primo derby regionale della stagione.