Una minuscola batteria a disco ha rischiato di spegnere una giovane vita. Un bambino di soli due anni è stato trasportato d’urgenza tra l’ospedale Moscati di Aversa e il Santobono di Napoli dopo aver ingoiato la pericolosa pila. Nella notte tra venerdì e sabato, i chirurghi del polo pediatrico partenopeo hanno compiuto un delicato intervento per estrarre il corpo estraneo, incastratosi nell’esofago e già responsabile di danni alla mucosa. Ora il piccolo è in rianimazione, intubato e con prognosi ancora riservata, ma fortunatamente fuori pericolo di vita.
L’inquietante coincidenza ha voluto che, mentre il team medico si prodigava per salvare il primo bambino, un altro piccolo paziente giungesse al pronto soccorso del Santobono per aver ingerito una batteria, fortunatamente più piccola e rimossa senza necessità di intervento chirurgico. “I casi che vediamo sono sempre più frequenti,” allarma Giovanni Gaglione, direttore della Uoc di Chirurgia pediatrica d’urgenza dell’Arenella, che ha operato il bimbo di Teverola, “ne vediamo almeno uno a settimana e i piccoli coinvolti corrono seri pericoli di vita.” Il monito è chiaro: queste piccole batterie, presenti in giocattoli, orologi e altri oggetti comuni, a contatto con le mucose rilasciano scariche elettriche che possono perforare l’esofago. Se raggiungono lo stomaco, l’acido cloridrico le fa letteralmente “esplodere”, con conseguenze gravissime.
La prontezza della sorellina del primo bambino, che ha notato la difficoltà di deglutizione e il vomito, ha fatto la differenza. L’immediata corsa in ospedale ad Aversa e il successivo trasferimento al Santobono hanno innescato una catena di soccorsi tempestiva. Nonostante un tentativo endoscopico fallito, l’équipe chirurgica è riuscita a rimuovere la batteria attraverso un intervento invasivo al collo, scongiurando danni irreparabili alla trachea e all’aorta. “Ogni anno sono circa 25 gli episodi di ingestione di pile a disco per cui è necessario intervenire,” sottolinea Rodolfo Conenna, direttore generale dell’Aorn Santobono Pausilipon, definendo il fenomeno “in aumento” e lanciando un appello ai genitori e a chi si prende cura dei bambini: la prevenzione, rimuovendo questi oggetti pericolosi dalla loro portata, può davvero salvare una vita.