All’indomani della sentenza per il killer di Giovanbattista Cutolo, che dovrà scontare 20 anni di reclusioni, la mamma della vittima ha raccontato a Storie Italiane alcuni retroscena della giornata in Tribunale.
Ucciso lo scorso 31 agosto in piazza Municipio per futili motivi, il musicista 24enne è morto per difendere un suo amico: “Giògiò e il suo killer non si sarebbero mai incontrati per cultura, società e modo di stare al mondo. Quel ragazzo in aula non riusciva ad articolare due pensieri in italiano, mi sono chiesta come sia possibile che un ragazzo del genere con una sub cultura abbia ucciso un artista? Pensare che il brutto abbia ucciso il bello è inaccettabile, ieri c’è stata giustizia”.“Il killer di mio figlio – ha continuato la mamma di Giogiò – era a piede libero perchè era messo alla prova e questa formula è impensabile per certi soggetti pericolosi, la legge si deve umanizzare per le vittime e trovare un risultato per la pancia e il cuore e non solo con le carte come si è visto negli ultimi anni”. Ma il killer di Giogiò ha mai chiesto scusa? “Assolutamente no, io ero a due metri da lui, mai chiesto scusa. Quando il giudice gli ha chiesto se provava pentimento ha detto che lui poteva chiedere scusa ma indietro non si sarebbe tornato.
“Anche i genitori non mi hanno mai stretto la mano – ha proseguito – nessuno ha empatizzato con me. La mamma era sul telefono mentre il padre mi guardava borioso e all’uscita del tribunale ha anche minacciato gli amici di mio figlio facendo il segno con la pistola”.