Nel corso del processo di Alessandro Impagnatiello si è tenuta la terza udienza lo scorso giovedì 7 marzo.
La madre di Giulia Tramontano ha raccontato cosa successe dal 27 maggio, giorno in cui la ragazza venne uccisa, fino a quando emerse la drammatica verità: “Dopo settimane di alti e bassi, dal 27 maggio Giulia non mi risponde più ai messaggi e io impazzisco, provo a cercarla dalle amiche e dalla sua futura suocera. Ricevo una telefonata da Impagnatiello che mi dice ‘Lore, Giulia è scomparsa perché ha saputo che ho un’altra donna, sto andando a fare una denuncia’ e io rispondo sei un gran… Ora arriviamo, ce la portiamo a casa e tu non la rivedrai mai più. Arrivo nella casa di Senago e resto sconvolta c’era tutto di Giulia in casa era evidente che non se ne poteva essere andata”.
“Da quando mia figlia è scomparsa – ha aggiunto a mamma di Giulia – solo noi come famiglia Tramontano ci siamo mossi per cercarla. Io ero disperata. La stessa disperazione non ho visto in Alessandro. Ci siamo occupati di tutto noi anche dopo, quando è stata ritrovata morta”.
Femiano ha anche parlato della vettura di Impagnatiello: “Ho dato mandato ai miei legali di chiedere il sequestro dell’auto su cui mia figlia è stata trasportata morta, bruciata, in un sacco. Voglio che quell’auto sia rottamata. So che ora la usa la compagna del fratello di Impagnatiello. Vi rendete conto che ci sale ancora qualcuno della famiglia Impagnatiello?”
“Non stiamo bene. Io e mio marito abbiamo delle difficoltà. Vedere i bambini mi mette un’angoscia immane”, ha detto ancora Loredana Femiano. “Non dormiamo, non usciamo più. Io non ho più una vita – ha detto -, ho perso una figlia e un nipote, ma anche i miei figli hanno perso una madre. Io non sono più una mamma”. Con l’inizio del processo “le cose sono anche peggiorate perché si ricomincia a parlare di Giulia.