Terribile quello che è accaduto lo scorso mercoledì 7 dicembre. Antonio si è tolto la vita dopo aver lasciato un bigliettino ai genitori. Ha deciso di farlo lanciandosi dal ponte dell’acquedotto Carolino, a Valle di Maddaloni, nel Casertano.
Il protagonista è uno studente dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” che proprio ieri avrebbe dovuto discutere la tesi di laurea. Così non è stato, il ragazzo si è suicidato poche ore prima.
In corso accertamenti sui motivi che possono aver condotto il ragazzo a compiere il gesto estremo, sicuramente la prima cosa che verrà analizzata è la sua carriera all’Università. Come riporta Repubblica, il giovane è lanciato da un ponte, due giorni prima della sua falsa seduta di laurea in Economia. Non è riuscito a raccontare ad amici e genitori il castello di bugie che aveva costruito attorno a sé.
“Un caso tristissimo e disperato. Siamo profondamente addolorati” afferma il rettore della Federico II Matteo Lorito. Era iscritto a Economia, ma non aveva sostenuto neppure un esame. “A nome di tutta la comunità accademica mi stringo alla famiglia e agli amici del ragazzo. Il dolore e il senso di smarrimento per una morte così tragica sono profondissimi. La perdita di un nostro studente – continua il rettore – segna una sconfitta e deve essere motivo di riflessione per noi che abbiamo la responsabilità di accompagnare i ragazzi nella crescita personale e professionale, nella costruzione del progetto di vita, dando sicurezze tanto più necessarie in tempi difficili e incerti”. Il 25enne viveva nel Casertano, dove adesso la sua famiglia continua a leggere incredula quel biglietto dell’addio definitivo. “Gli studenti devono sapere – afferma Lorito – che possono chiedere aiuto, che siamo pronti a sostenerli dinanzi alle difficoltà negli studi. La comunità universitaria ha gli strumenti per farlo e, soprattutto, sente il dovere di non lasciare soli i ragazzi che si sentono persi”. E allora nel messaggio di cordoglio del rettore c’è l’invito agli studenti “ad imparare a chiedere aiuto, a concedersi la possibilità di fallire, a imparare a mostrare le proprie fragilità: la comunità di cui fanno parte è pronta ad accoglierli e sostenerli senza giudicare”.