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In anteprima internazionale al Parco Archeologico di Pompei all’inizio del 2023: I Am Hymns of the New Temples. In scena Il Mito

di Kamalei von Meister

L’attesa era diventata una suspense. Finalmente è arrivato. La proiezione della nuova opera filmica del visionario artista egiziano Wael Shawky (Alessandria d’Egitto, 1971) I Am Hymns of the New Temples – اناتراتيلالمعابدالجديدة. La genialità è quella di dare un immagine caledoscopica ai miti che sono all’Origine della Creazione. All’inizio era iI Chaos, poi sono arrivati i Titani, i Giganti, i Neolitici… La scelta di Pompei è metaforica: la distruzione rigenera se stesso. Nulla si distrugge, tutto si ricrea. La rigenerazione è un ‘opera ( d’arte) che attraversa i tempi.

La cultura medio/orientale è la culla della civiltà, antica di 5000 anni. La Musica poi è avvolgente , le immagini catturanti, fra gli elementi scenografici e coreografici del film l’utilizzo delle antiche maschere teatrali, realizzate artigianalmente dall’Accademia delle Belle Arti di Napoli, dava piu’ potenza alla mise en scene. La produzione dell’opera è il risultato della collaborazione fra il Ministero della Cultura e il Parco Archeologico di Pompei nel contesto di Pompeii Commitment.

Materie archeologiche, il primo progetto a lungo termine dedicato dal Parco alle arti e culture contemporanee co-ideato da Massimo Osanna e Andrea Viliani, co-curato da quest’ultimo con Stella Bottai, Laura Mariano e Caterina Avataneo, con Silvia Martina Bertesago, funzionario archeologo del Parco Archeologico di Pompei . E il fondamentale supporto organizzativo di Giorgia Rea, imprenditrice culturale e della Galleria Lia Rumma. Girata nell’estate del 2022 fra l’Egitto e le rovine di Pompei colpita dall’eruzione del Vesuvio nel 79 DC, l’opera di Shawky mette al centro le diverse culture, sia antiche che contemporanee, che rendono il Mediterraneo un vero e proprio teatro in cui si sovrappongono fra loro narrazioni e miti differenti.

“La vera archeologia – rammenta Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco Archeologico di Pompei – è guardare con occhi sempre nuovi l’antico che già pensiamo di conoscere…dove raccontare l’antico vuol semplicemente dire raccontare il contemporaneo a noi”.