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Reddito di cittadinanza, la norma salva-furbetti del governo

Tra i 13 articoli che il governo Meloni ha cancellato della legge relativa al reddito di cittadinanza ce n’è uno – il numero 7 – che ha scatenato una furiosa polemica. Il Partito Democratico, all’opposizione, ha parlato di sanatoria, di colpo di spugna che favorirebbe i ‘furbetti’. In pratica coloro che hanno ricevuto illecitamente il sussidio e che addirittura sono stati anche condannati, non sconterebbero nessuna pena.

I dati

Nel mese di gennaio 2023, i nuclei beneficiari di Reddito di cittadinanza e pensione di cittadinanza sono stati 1,16 milioni in totale (1,04 milioni Reddito e 121mila pensioni), con 2,47 milioni di persone coinvolte (2,33 milioni per il Reddito e 137mila per la pensione). L’importo medio mensile erogato a livello nazionale è di 563 euro (592 euro per il Reddito e 309 euro per la pensione). Lo comunica l’Inps spiegando che l’importo medio varia sensibilmente con il numero dei componenti il nucleo familiare, e va da un minimo di 458 euro per i nuclei costituiti da una sola persona a un massimo di 810 euro per le famiglie con sei o più componenti.

La platea dei percettori di Reddito di cittadinanza e di pensione di cittadinanza è composta da 2,18 milioni di cittadini italiani, 198mila cittadini extra comunitari con permesso di soggiorno Ue e 83mila cittadini europei (residuale, precisa l’Inps, la quota di familiari delle precedenti categorie e titolari di protezione internazionale). Per i nuclei con presenza di minori (366mila, con 1,3 milioni di persone coinvolte), l’importo medio mensile è di 709 euro, e va da un minimo di 604 euro per i nuclei composti da due persone a un massimo di 813 euro per quelli composti da sei o più persone.

I nuclei con presenza di disabili sono quasi 203mila, con 454mila persone coinvolte. L’importo medio è di 506 euro, con un minimo di 399 euro per i nuclei composti da una sola persona e un massimo di 764 euro per quelli composti da sei o più persone. La distribuzione per aree geografiche vede 420mila persone beneficiarie al Nord, 324mila al Centro e 1,72 milioni nell’area Sud e Isole. Nel mese di gennaio, le revoche hanno riguardato 5.470 nuclei e le decadenze sono state 1.604.