Seconda tappa: dopo il Ballo a Palazzo Reale dell’Andalusia all’Archivio di Stato.. E quando il Nord incontra il Sud… Cin Cin.
Splendida serata per il D Day ( Il Di Meo day) presso l’Archivio di Stato, ex monastero cinquecentesco dei benedettini, per la presentazione di the Cult, alla presenza di personalità della cultura e della politica con autorevole intervento del console di Spagna a Napoli, Carlos Maldonado Varcarcel.
“Matador” della serata Generoso e Roberto Di Meo, rappresentanti della storica azienda vitivinicola di Salza Irpina, un vero esempio di imprenditorialità illuminata che ha saputo coniugare passione per territorio, per grandi vini, all’amore per l’arte e per la cultura.
Il “Calendario Di Meo 2023” non è soltanto un “calendario” ma è un documento illustrato attraverso il quale poter viaggiare, nello spazio e nel tempo, da Napoli a Siviglia, attraverso la fotografia del maestro Massimo Listri.
Napoli e Siviglia, dunque, un legame nella storia, nella letteratura, nell’arte, dalla ittura all’ architettura, e persino nella cinematografia (ricordiamo il film “Pane amore e Andalusia” o l’indimenticabile “Fifa e Arena”, con Totò nelle vesti di un Torero, ambientato a Siviglia). Anime gemelle, dunque, Napoli e Siviglia, persino nella conformazione urbanistica dei rispettivi centri storici, fatti di vicoli dove “L’ oscurità è abitata dalla luce” (cit. Paola Setaro). E ancora, poi, la religiosità popolare, il folklore, la passione per il calcio, per la cucina tipica e persino un eroe in comune: Maradona, infatti, ha giocato in entrambe le squadre del Siviglia e del Napoli. “Per capire Siviglia devi vedere Napoli. Napoli é la Siviglia che non c’è piu..” (cit. Vittorio Sgarbi). Ecco, se avete un viaggio in calendario, “Vedi Napoli e poi…Siviglia”.
Si passa nel refrettorio affrescato per brindare con bollicine rosè Di Meo, per me sono come il nettare degli dei, e mi piace ricordare che l’amico ed enologo Roberto è stato insignito da Wine Spectator ( la bibbia per connaisseur ) tra i miglori produttori al mondo. Olè. Finger food delizioso di Kem (Ketty Mastrocinque) e scorzette di limone di Pansa, la storica pasticceria di Amalfi davanti la scalinata del Duomo. Molto apprezzate da Gelasio Gaetani d’Aragona e dallo chef irpino Nicole Cione. Davanti al suo caciocavallo impiccato, il formaggio svizzero con i buchi rimane nascosto in cantina dalla vergogna.
Appena lanciato anche il DGin.
Prossimo progetto il DGin ai petali di rose, ma che siano quelle antiche provenienti dalla coltivazioni in terra ligure di donna Antonia Dufour, 5 generazioni di maestri dolciari. Chi scrive, appena diplomata alla EBS, la numero uno al mondo per master in drinklogy e mixlogy, con Giacomo Torrente, il signore delle rose e consorte di Antonia, stiamo lavorando al concept di un gin profumato alla rosa con Roberto Di Meo.
Che sia in botte o in alambicco, quando il nord incontra il sud… Cin Cin.
di Tiare von Meister