Ci sarebbero nuovi dubbi sulla condanna a Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio. Per la morte della ragazza di 13 anni, scomparsa nel novembre del 2010 e ritrovata assassinata il 26 febbraio del 2011, è stato condannato all’ergastolo il muratore di Mapello. La difesa di Bossetti però ha sempre criticato la sentenza, affermando che la prova del Dna, che combaciava solo in parte con quello di Bossetti, da sola non bastasse a un’accusa di omicidio.
Omicidio Yara Gambirasio: “Il corpo è sempre stato in quel campo?”
Ma adesso durante un servizio de Le Iene si è parlato di un altro dubbio sempre ribadito dalla difesa, quello che riguarda il ritrovamento del corpo della ragazza, che secondo i legali sarebbe stato trasportato in un secondo momento nel campo dove è stato ritrovato. Nel servizio di Antonino Monteoleone hanno parlato l’avvocato di Bossetti, Claudio Salvagni e il medico legale, perito della difesa, Dalila Ranalelletta.
“Quel corpo è stato portato lì dopo”, ha dichiarato il legale di Massimo Bossetti che ha ripercorso nell’intervista le operazioni di ricerca della ragazza, sottolineando come i cani molecolari utilizzati avevano indicato più volte un cantiere di Mapello. Dopo settimane si chiese di fare ulteriori ricerche in questo luogo, il geologo interpellato chiese però di demolire dei muri, richiesta che fu negata. “Non si andò avanti – spiega Salvagni – perché il giorno dopo fu ritrovato il corpo di Yara. Ma questo è il processo delle coincidenze”.
Il ritrovamento però destò molti sospetti perché quella zona era stata setacciata più volte. Per questo il dubbio è che il corpo sia stato portato lì in un momento successivo, altrimenti sarebbe stata ritrovata molto prima. “Quel corpo è stato portato lì dopo”, dice la Ranelletta. Cosa che se fosse vera chiaramente ribalterebbe la ricostruzione dell’accusa. Anche l’elicotterista che ha sorvolato per giorni la zona ha più volte ribadito che non hanno mai visto nulla: “Il corpo non c’era”, ha ripetuto in diverse occasioni. Secondo il medico legale ci sarebbero poi molto elementi ravvisati sul cadavere che non combacerebbero con quanto sostenuto dall’accusa.
Il perito di Bossetti ha poi detto che non ha mai potuto vedere il corpo di Yara né i suoi indumenti, ma soltanto carte e fotografie. Anche i tagli sugli indumenti secondo la difesa di Bossetti presenterebbero alcune anomalie. “Non è stata analizzata la presenza di sangue nel terreno”, spiega il perito di Bossetti. Ci sono poi le tracce di sangue sui piedi di Yara che però è stato ritrovata con delle scarpe, dunque, se fosse sempre stata vestita, come sostiene l’accusa, non si spiegherebbe come sia finito lì del sangue.
“Quel corpo è stato rivestito, rimaneggiato. Tutte queste anomalie troverebbero risposta con questa ricostruzione”, ha sottolineato nell’intervista il perito. Secondo la difesa Yara sarebbe stata uccisa e poi il suo corpo è stato portato in quel campo. “Se Yara era completamente vestita, com’è possibile che nelle ferite sul corpo siano stati trovati fili tessili colorati? Ci sono non è che ce le siamo inventate”, sono le domande che si pone il medico legale. L’ipotesi della difesa è che la ragazza semivestita sia stata uccisa e poi avvolta in un telo con fibre colorate, come quello che usano gli imbianchini per coprire il pavimento e non sporcare.
Secondo il medico legale, spiega la Iena Antonino Monteleone, ogni cosa che nel corso del processo non combaciava con l’ipotesi accusatoria è stata tacciata come anomalia. “Il Dna è comunque una traccia anomala, il mitocondriale non coincide con Bossetti ed è un’altra anomalia (…). Non so quale sia la verità – ha concluso il medico legale – ma dal punto di vista processuale, Bossetti non andava condannato all’ergastolo“.
Per vedere il servizio completo, clicca qui.

