Ha destato scandalo, ma non troppo per chi conosce certe realtà, il ruolo dei bambini nell’ambito di un’inchiesta sullo spaccio al Rione dei Poverelli di Torre Annunziata. Ragazzini che vengono utilizzati dai genitori per spacciare la droga, la cocaina, per portarla da una piazza all’altra.
Un blitz che ha portato all’arresto di 18 persone e che si riassume con un caso emblematico. Un ragazzino di 11 anni con una pistola in mano, la foto pubblicata sui social dalla mamma che fiera commenta: “Sei uguale a papà”. Il commento di Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale di Europa Verde.
“Quanto emerso da un’inchiesta della Procura di Torre Annunziata su un’operazione che ha portato all’arresto di 18 persone è inquietante. Bambini in tenera età già addestrati dalle madri a spacciare droga. Eclatante il caso di una delle donne che ha postato la foto del figlio di 11 anni, con in mano una pistola, commentando ‘Sei uguale a papà’. E’ un qualcosa di inquietante e terribile. Quale può essere il diritto di una famiglia di criminali a crescere un bambino in questo modo? Come si può essere orgogliosi di un ragazzino di 11 anni già spacciatore? Purtroppo, temo, che questo bimbo sia ormai già difficile da recuperare. Da anni ci battiamo contro l’idea che i camorristi abbiano il diritto di far crescere i figli con modelli sbagliati e delinquenziali. Non è così, diamo unicamente loro la possibilità di allevare nuove leve. L’unica alternativa, come ribadiamo da sempre, è sottrarre i bambini ai camorristi fin da piccoli, non permettendogli di crescere in un sistema tossico e criminale”.