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La guerra nel cuore dell’Europa, perché Putin ha invaso l’Ucraina: le ragioni del conflitto

Dopo la firma per la sovranità russa sul Donbass e la successiva invasione, il rischio di un conflitto è diventato più che reale

Un animale forte come lo è un orso manifesta tutta la sua ferocia quando si trova in gabbia o accerchiato. Così ha agito Vladimir Putin in queste ultime settimane che hanno visto precipitare la crisi tra la Russia e l’Ucraina. Il leader russo, come spesso ha fatto nei suoi venti anni al potere, sta utilizzando la politica estera per alleviare le problematiche interne. La Russia è una grande potenza che sta correndo il rischio di restare schiacciata da un lato dalla Cina e dall’altro dalla coppia Ue-Usa. Senza contare le difficoltà legate alle politiche autoritarie e autarchiche che ormai parte della popolazione russa, magari già sofferente a causa di un’economia fragile e figlia di enormi disuguaglianze sociali, non è più disposta a sopportare.

Perché Putin ha invaso l’Ucraina

Ecco dunque la mossa sullo scacchiere geopolitico. Così come fatto in GeorgiaKazakistanMoldova, così come si è intervenuti in Siria e nel Nagorno Karabakh, Putin ha dato seguito alla strategia iniziata nel 2014 in Ucraina: l’annessione della Crimea (che, al di là delle rivendicazioni storiche, ha garantito alla Russia lo sbocco sul Mar Nero, porta d’accesso per il Mediterraneo), e la formazione di due repubbliche autonome e filo russe nel Donbass, in pieno territorio ucraino, quella di Doneck e di Luhans’k. Proprio ieri dal Cremlino, lo Zar ne ha firmato il riconoscimento sotto l’egemonia russa. Di fatto Putin ha sancito il controllo da parte della Russia di una porzione di territorio ucraino.

Le ragioni risalgono al 2004, quando Kiev fu scossa dalla Rivoluzione arancione che portò al potere Viktor Juščenko, il cui governo è poi crollato in seguito alle proteste definitivamente esplose nel 2013. In questo periodo al comando dell’esecutivo c’era l’ex avversario di Juščenko, Viktor Janukovyč. Le rivolte presero il nome di Euromaidan. Al centro di questi moti di protesta i soliti temi: la corruzione dei politici al potere, il legame di odio – amore che l’Ucraina ha con la Russia e le prospettive di un avvicinamento ucraino all’Unione Europea e alla Nato. Ed è qui che è entrato in gioco Putin.

Perché Putin ha invaso l’Ucraina: il sogno della grande Russia e stop alla Nato

Il leader del Cremlino non ha mai nascosto il suo affetto nostalgico per l’Unione Sovietica e le sue aspirazioni imperiali. “La dissoluzione dell’Urss è stata la più grande catastrofe della storia“, ha dichiarato Putin tempo fa, archiviando con una frase ciò che il crollo del Muro di Berlino e la perestrojka voluta da Michail Gorbačëv hanno rappresentato. Ed ecco il suo modo di ridisegnare i confini russi sul modello sovietico: ad Oriente, dove è avanzata la Cina e ci sono stati a guida islamica, c’è l’influenza russa sul Kazakistan e le altre ex repubbliche sovietiche, TurkmenistanUzbekistanTagikistanKirghizistan. Verso Sud, nel Caucaso, ecco spuntare gli artigli dell’orso russo in AzerbaigianGeorgia. Ad Ovest, verso Occidente, sono nati negli ultimi anni gli avamposti russi in Transinatria (parte del territorio moldavo) e appunto nel Donbass ucraino (senza considerate il fedelissimo alleato Aljaksandr Lukašėnka che governa in Bielorussia e che ha potuto contare proprio sul Cremlino affinché il suo regime restasse in piedi).

Un segnale chiaro ed esplicito: Putin non vuole possibili nemici stranieri ai propri confini, in questo caso nazioni appartenenti alla Nato e all’Unione Europea. Il leader del Cremilino, con i suoi falchi più ‘fedeli’ (il ministro degli esteri Sergej Lavrov, quello della Difesa Sergej Šojgu, il capo dei servizi Segreti Aleksandr Bortnikov e quello delle forze militari e speciali il Generale Valerij Vasil’evič Gerasimov), ha ritenuto inaccettabile la sola ipotesi di installazioni militari in grado di colpire obiettivi russi, se non addirittura di invadere il territorio russo e di colpire Mosca. Paradossalmente Putin, pur di scongiurare l’avanzata della Nato sarebbe favorevole alla nascita della difesa comune europea.

Perché Putin ha invaso l’Ucraina: il gas e le materie prime

Ma ora il dado è tratto. Di conseguenza arriveranno pesanti sanzioni finanziare da parte dell’occidente unito e guidato ancora una volta dagli Usa, che devasteranno l’economia russa. Putin poteva immaginarlo, per questo è interessato alle materie prime e alle industrie ucraine da delocalizzare in territorio russo. Forse, lo Zar non poteva prevedere due aspetti: un fronte compatto, formato dal Presidente americano Joe Biden e dai principali leader europei (l’Alleanza Atlantica si sta mostrando molto salda, emblematici la messa in discussione da parte della Germania della costruzione del gasdotto Nord Stream 2, e per l’Italia il monito di Mario Draghi), e la pubblicazione da parte delle autorità e media statunitensi delle immagini che hanno dimostrato il dispiegamento delle truppe russe ai confini ucraini. Quest’ultima azione ha reso Putin agli occhi del mondo un invasore e violatore della sovranità di uno stato. Dettaglio che ha fatto scattare l’attenzione della Cina, paese molto attento e suscettibile rispetto a questo tema (oltre che a quello dei diritti umani e civili e al rispetto dello stato di diritto).

Putin probabilmente minaccerà i suoi avversari di ridimensionare le forniture di gas. Un punto fermo della sua strategia che non si sa quanto potrà durare. E i motivi sono due: la necessità della Russia di incassare vendendo energia e la capacità dell’Europa di diventare quanto più indipendente possibile dalle forniture energetiche straniere (aspetto sul quale si stanno già muovendo gli Usa che stanno coinvolgendo Qatar ed Emirati Arabi Uniti, esportatori di gas liquido). Ma dalla parte del Cremilino ci sono le lunghe tempistiche che impediranno in tempi brevi la realizzazione di tali scenari: ed ecco perché Putin ha deciso di agire ora. Perché è questo il momento in cui la Russia avrebbe potuto approfittare delle crepe createsi all’interno del fronte occidentale (ad esempio ancora non esiste una polita estera europea unica, a negoziare con Putin ci ha pensato, senza molta fortuna, il presidente francese Emmanuel Macron).

Perché Putin ha invaso l’Ucraina: lo scisma della chiesa ortodossa ucraina

Certo l’Ucraina del suo ce l’ha messo. Governi fragili e corrotti hanno fatto esplodere lo scontento popolare. I cittadini ucraini hanno avuto la necessità di aspirare da una parte a un futuro europeo e atlantico, dall’altro a un ritorno ai vecchi fasti sovietici. In mezzo si è ritagliato un proprio ruolo anche la chiesa cristiana ortodossa ucraina che di fatto si è scissa da quella russa. Cosa che ha fatto imbestialire il Patriarca Kirill, del resto molto amico di Putin.

Da un punto di vista politico l’Ucraina e la comunità Internazionale stanno pagando anche le gravi indecisioni sulla gestione degli accordi di Minsk (siglati il 5 settembre del 2014). Un patto che avrebbe dovuto siglare la fine del conflitto russo-ucraino. Ma a quale prezzo? Quello di cedere sovranità e autonomia alle repubbliche ribelli del Donbass. Quello che Putin ha sempre cercato e voluto. Quello che il Cremlino ha ottenuto, prendendoselo con un colpo di penna. Una minaccia per tutti quegli stati fuori dall’orbita sovietica ma che al loro interno hanno radicate comunità russofone. E questo può succedere quando si sottovaluta l’azione di un animale forte e feroce come l’orso. Soprattutto quando esso si sente braccato e messo all’angolo.

Perché Putin ha invaso l'Ucraina. Dopo la firma per la sovranità russa sul Donbass e successiva invasione, il rischio di un conflitto è diventato reale