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Simone va in arresto cardiaco a scuola, la maestra racconta: “Ha cambiato colore, non reagiva più”

E’ stato protagonista del “miracolo di Natale”, Simone, un bambino di 2 anni della scuola Eugenio Montale di Scampia di Napoli. Giovedì 9 novembre il bambino è andato in arresto cardiaco a scuola: a salvarlo le maestre e i sanitari del 118.

Angeli del giorno sono state le maestre Angela Calvino, Anna Longobardi e Patrizia Viglione, sotto la guida della team leader Paola Morano. In un’intervista al Mattino la mestra Angela, 50 anni, ha raccontato:

“È stato un attimo, come una folgorazione, come quando si accende l’interruttore in una stanza buia e torna la luce. Ha aperto gli occhi e ha pianto, ha ripreso il colorito naturale. Con lui abbiamo pianto anche noi, che qui alla Montale, mi creda, siamo una squadra. Anzi, siamo una famiglia, che oggi si ritrova di fronte ad un’esperienza unica, indimenticabile”.

La maestra Angela racconta il miracolo di Natale nella scuola di Scampia

La maestra ha raccontato quei momento terribili. Come Simone abbia improvvisamente smesso di giocare sbattendo  a terra dalla sedia per una probabile crisi epilettica. In classe mentre una maestra si fiondava sul corpo del bimbi, l’altra portava via tutti gli altri bambini per non spaventarli. “Non si muoveva più, c’è chi andata a chiedere aiuto, chi a recuperare un defibrillatore, chi ha attivato i soccorsi e chi era invece intenta a cinturare gli altri alunni per impedire che finissero sotto choc – ha raccontato Angela al Mattino – Mi sono trovata a tu per tu con quel bambino, sono stati attimi infiniti che non dimenticheremo più”.

“Ho visto che non reagiva più, ha cambiato colore. Dita e labbra cianotiche, ho iniziato un massaggio cardiaco. Attimi infiniti, non saprei dirle quanto è durato”. Ovviamente la maestra ha spiegato che si era esercita nei corsi di formazione ma che un conto è farlo su un manichino e un altro su un bimbo di 3 anni. . “Pensavo ai miei figli, poi guardavo il bambino tra le mie mani e pregavo che non finisse così, speravo che accadesse qualcosa, che qualcuno venisse a salvarci entrambi. È stato un attimo. Ho visto una goccia di saliva uscire dalla bocca, poi all’improvviso ha spalancato gli occhi e ha iniziato a piangere. È accaduto come quando si accende la luce, quando in una stanza buia si usa l’interruttore. Ha aperto gli occhi e ha pianto, sentivo la presenza delle mie colleghe accanto, lo abbiamo fatto piangere ed è stata una liberazione per tutte noi. Per me è stato un miracolo, la grazia di Dio, perché mai mi sarei sentita pronta di affrontare una prova di questo tipo”.

Ora Simone sta bene, ma nessuno dimenticherà mai quel giorno!

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