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Abbiamo denunciato Pino Grazioli per le sue diffamanti accuse

Abbiamo denunciato Pino Grazioli. Caro Pino ci dispiace: non prendiamo soldi dalla camorra, né pubblichiamo foto di minori

Siamo in attesa che l’autorità giudiziaria indaghi le persone ritenute responsabili della morte di Antonio Natale. E non vediamo l’ora che le forze dell’ordine le arrestino. Poi seguiremo anche il processo, fino alla sentenza, affinché il giovane di Caivano abbia giustizia.

Se saranno quelle messe alla gogna dal collega Pino Grazioli, saremo ben lieti anche di ascoltare la sua conseguente diretta Facebook. Ciò non toglie che pubblicare fotografie che hanno mostrato e messo alla berlina uomini, donne e soprattutto bambini, al momento estranei ai fatti, è stato deontologicamente sbagliato.

Il nostro articolo di qualche giorno fa è entrato nel merito del metodo giornalistico, non ha in nessun modo insultato il collega. Anzi in quelle righe gli è stato anche riconosciuto lo spirito combattivo con il quale ha affrontato più di un caso. Il pezzo ha avuto l’obiettivo di stimolare alcune riflessioni sul come ogni giorno è svolto questo lavoro.

E se Pino Grazioli si ritiene un giornalista, iscritto all’albo e detentore della solidarietà dell’Ordine professionale per le sue battaglie, dovrebbe lui per primo sapere che pubblicare immagini di minorenni o di persone ritenute legate in modo presunto ad un episodio di cronaca, è sbagliato.

Abbiamo denunciato Pino Grazioli

Ma evidentemente il tutto è stato frainteso, così Pino Grazioli ha amplificato il proprio show ingigantendo la polemica e facendola diventare una sfida per chi è il giornalista più bravo. Il tutto condito con insulti e diffamazioni gratuite.

Siete i giornalisti della camorra, prendete soldi dai camorristi. Ho parlato con la Guardia di finanza, sappiamo bene che fate interviste ai neomelodici legati alla criminalità incassando soldi a nero“, sono state queste – in sintesi – le vergognose accuse rivolte alla nostra testata giornalistica e a Il Riformista (al quale esprimiamo solidarietà). Il tutto è assolutamente documentabile in una diretta Facebook pubblicata da Pino Grazioli il 22 ottobre.

Il collega, probabilmente – forse preso dalla foga o da qualche delirio di onnipotenza – ha anche sbagliato giornale. Perché noi non siamo La Voce di Napoli ma Vocedinapoli.it e non trattiamo nello specifico l’argomento neomelodici. È ovviamente inutile ribadire che abbiamo rispedito al mittente queste bugie, così come non avrebbe senso affermare che noi non prendiamo soldi dai camorristi.

A questo ci penseranno gli avvocati ai quali abbiamo dato mandato di denunciare Grazioli per diffamazione. Caro Pino, ti invitiamo a rettificare ciò che hai detto, magari tramite l’ennesimo video in diretta. Perché ci dispiace, ma noi né abbiamo a che fare con la camorra, né sputtaniamo minorenni per soddisfare la nostra fame di ‘like‘. Cerchiamo con umiltà e serietà, commettendo anche errori, di fare il nostro lavoro. Senza avere la necessità di scatenare quel clamore ossessivo di cui oggi si nutrono i media.

Abbiamo denunciato Pino Grazioli: la video diretta su Facebook dove diffama il nostro giornale

Abbiamo denunciato Pino Grazioli