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Cercasi bagnini e barman per l’estate, a nero o non si lavora: “È colpa del reddito di cittadinanza”

“Mi è stato confermato che alcune attività commerciali non apriranno, anche quando sarà consentito, perchè per le attività stagionali non si trova più personale, non si trovano più camerieri. Già lo scorso anno nell’industria conserviera non si trovavano stagionali. È uno dei risultati paradossali dell’introduzione del reddito di cittadinanza: se tu mi dai 700 euro al mese e io mi vado a fare qualche doppio lavoro non ho interesse ad alzarmi la mattina alle 6 per andare a lavorare in un’industria di trasformazione agricola”, ha tuonato qualche giorno fa il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.

L’affondo contro il sussidio a 5 Stelle è stato fatto in video, seguito da questa conclusione: “A volte c’è gente che prende il reddito di cittadinanza e va a lavorare a nero. Si sono create delle anomalie, degli imbrogli, come sempre accade in Italia, che finiscono per danneggiare l’economia del nostro Paese. Noi – dice il governatore – abbiamo il dovere di garantire il reddito alla povera gente e a chi non ce la fa, ma dobbiamo garantire il reddito familiare evitando il paradosso di arrivare al punto di non avere più lavoratori stagionali”.

Una polemica che si sta ripetendo da almeno due – tre anni, ovvero da quando è stata introdotta la manovra economica. Ma è da Nord a Sud che in questi giorni tanti imprenditori, gestori di locali e titolari di stabilimenti balneari, stanno denunciando questa situazione.

Tuttavia, non sono mancate le risposte e le polemiche. Potremmo sintetizzare le opinioni di chi è stato contrario ai pareri precedenti con una frase soltanto: “Meglio il sussidio che lo sfruttamento”. Del resto è risaputo che d’estate si lavora dai 4 ai 6 mesi senza sosta, magari senza un regolare contratto e guadagnando poco rispetto alle ore e alla mole di lavoro prodotti.