Si era nascosto per giorni all’interno di una scuola media di Caivano (Napoli), armato di kalashnikov, per mettere a segno un omicidio. L’obiettivo di Carlo Oliva, oggi collaboratore di giustizia, era uccidere il ras Antonio Ciccarelli per rispettare accordi pattuiti con clan del capoluogo campano.
Il piano fu pero’ annullato, come ha raccontato lo stesso Oliva dopo il suo pentimento. È uno degli episodi, risalente al 2013, collegato all’operazione contro lo spaccio di droga eseguita oggi nel parco Verde di Caivano.
Ma non e’ l’unico episodio connesso ai conflitti tra i clan del territorio che raccontano gli inquirenti. Dalle indagini e’ emerso che un inquilino del parco Verde lamentava la presenza di una piazza di spaccio, attiva h24 in prossimita’ della sua abitazione.
Le piazze di spaccio erano gestite come delle fabbriche, dove gli ‘operai’ chiamati a confenzionare le dosi si drogavano e bevevano alcolici in un caso anche in presenza della figlia neonata di uno degli affiliati finito oggi agli arresti.
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Temendo che l’uomo li denunciasse, il clan avea progettato di ucciderlo e di bruciare l’appartamento dove viveva insieme alla figlia, nonostante quest’ultima aspettasse un bambino. Un altro omicidio progettato riguardava uno dei capi piazza del Parco Verde. L’uomo, in questo caso, doveva essere sciolto nell’acido. Una vasca era stata gia’ riempita con il liquido prima che il piano saltasse.