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“Il murale è più importante di mio figlio, morto da un anno e non ci dicono nulla”, il dolore del papà di Ugo Russo

È ormai trascorso un anno da quando il giovane Ugo Russo è morto in seguito al tentativo di commettere una rapina. Ad ucciderlo i colpi d’arma da fuoco esplosi dalla pistola di un carabiniere non in servizio. Il militare era l’obiettivo del 15enne e il suo complice.

Un anno e da allora non si è saputo più nulla. Come se le indagini e l’inchiesta fossero finite in un limbo: quello del silenzio. Persino l’autopsia e il risultato dell’esame effettuato sulla salma del ragazzo, sono ancora sconosciuti.

Un clima di indifferenza messo da parte da un’altra polemica: quella legata al murale dedicato proprio a Ugo Russo. Una vicenda che sta interessando le cronache cittadine da mesi. Ieri Vincenzo Russo, papà del giovane, intervistato da Il Mattino in occasione di una manifestazione del comitato ‘Verità e Giustizia per Ugo Russo‘, ha dichiarato:

Si parla solo del murale e abbiamo dimenticato che c’è un ragazzo di 15 anni che è stato ammazzato – ha affermato Vincenzo Russo – Quel murale non è un inno alla mala vita ma un monito per i giovani, affinché non ripetano l’errore di mio figlio. Lui sicuro ha sbagliato ma la sua punizione non doveva essere la morte. Un ragazzo di 15 anni non può pagare con la vita. – ha detto il papà del 15enne – E dopo un anno ancora non sappiamo nulla. Per questo continueremo a manifestare e far sentire la nostra voce. Vogliamo verità e giustizia“.