Erika, 20 anni dopo la strage di Novi Ligure, vive nel suo paese, ma nessuno ha dimenticato. Il padre, l’ingegner Francesco De Nardo, ha deciso di perdonare quella figlia che uccise la moglie e l’altro figlio. Con 97 coltellate Erika uccise, insieme al fidanzato di allora, Omar Favaro, la mamma e il fratellino. Era il 21 febbraio del 2001, oggi sono passati 20 anni.
Erika ha scontato dieci dei sedici anni ai quali è stata condannata in via definitiva nel 2003 dalla Corte di Cassazione, oltre ai mesi di affidamento alla Fondazione Exodus di don Antonio Mazzi. Erika De Nardo in prigione si è diplomata come perito geometra, e poi si era laureata con il massimo dei voti in Lettere e Filosofia, discutendo una tesi su Socrate e la ricerca della verità negli scritti platonici. Don Mazzi, al settimanale Oggi diceva che “Erika si è sempre comportata nel modo migliore: lavora, rispetta le regole della comunità, accetta l’aiuto psicologico”. “In futuro vorrebbe lavorare, sposarsi, avere figli. Ma non è ancora pronta per relazioni profonde. Ha momenti di serenità e di disagio, inquietudini, nervosismi. Sa di essere una bella ragazza. Ha una personalità forte. Ma no, non ha mai disubbidito”.
Il sacerdote, che ha appena compiuto novant’anni si è lasciato scappare: “Erika ha una nuova vita, si è sposata, ha maturato la giusta consapevolezza sulla tragedia, quella che permette di continuare a vivere. Il padre è stato molto importante in questo percorso”.

