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In ospedale per il femore, Antonio muore di covid al Cardarelli. Il figlio: “Non lo sapevamo, scoperto tutto a Natale. Ora verità e giustizia”

I familiari di Antonio Auricchio hanno denunciato il caso in Procura. A seguirli l'avvocato Marco Caliendo. Il figlio Luigi: "Arrabbiati e addolorati"

Papà è morto da solo. È entrato in ospedale per un’operazione al femore ed è uscito morto. Non aveva patologie eppure è risultato positivo al coronavirus dopo tre tamponi negativi (uno era un test sierologico / pungidito ndr). Nessuno ci ha detto niente. Ora vogliamo solo verità e giustizia“, a parlare è Luigi Auricchio, figlio di Antonio deceduto lo scorso 14 gennaio presso l’ospedale Cardarelli di Napoli.

LA DENUNCIA – Luigi ha denunciato il nosocomio in Procura affidandosi all’avvocato Marco Caliendo: “Abbiamo presentato un regolare esposto per accertare quello che sembra un presunto caso di malasanità. – ha dichiarato il legale – Siamo in attesa dell’esito dell’esame autoptico e delle indagini da parte degli inquirenti. Questi ultimi si sono mostrati molto solerti nell’avviare l’inchiesta“.

LA FRATTURA DEL FEMORE – Sarà proprio l’autopsia a chiarire le cause del decesso. Ricostruiamo i fatti. Secondo quanto raccontato da Luigi Auricchio a VocediNapoli.it, il papà Antonio – 80enne in salute (a luglio scorso il suo medico di base ha firmato un certificato di sana e robusta costituzione, ndr) – lo scorso 10 dicembre, a causa di una caduta, ha subito la frattura del femore.

Antonio Auricchio morto all’ospedale Cardarelli di Napoli

Abbiamo chiamato l’autoambulanza verso le 18.30 – 19, i soccorsi sono arrivati tra le 23.30 e la mezzanotte. Siamo andati al Cardarelli – ha detto Luigi – e papà è stato sottoposto ad un primo test rapido antiCovid dall’esito negatibo. Dopo 24 ore mio padre è stato trasferito in reparto“.

L’OPERAZIONE – Il 14 dicembre Antonio avrebbe sostenuto un tampone molecolare, risultato anch’esso negativo, e alle 18.30 sarebbe stato trasportato in sala operatoria. “Prima di operarlo gli hanno fatto un’anestesia locale spinale. – ha affermato LuigiIl 19 dicembre mio padre ha fatto un’altro tampone, risultato negativo, poi è stato trasferito presso l’Fkt,  il reparto di riabilitazione specialistica del Cardarelli“.

LA RIABILITAZIONE – Tutto sembrava andare per il meglio, Antonio Auricchio – dalle notizie comunicate dall’ospedale alla famiglia – pareva stesse bene e che il processo di riabilitazione stesse funzionando. “A causa della pandemia non abbiamo potuto assistere e fare visita a mio padre regolarmente. – ha dichiarato LuigiL’abbiamo visto e sentito, per tutto il periodo, attraverso due sole video chiamate fatte tra il 31 dicembre e l’Epifania. Per il resto abbiamo parlato sempre con i responsabili dell’ospedale. Tuttavia, rispetto al reparto specialistico Fkt, non ho mai comunicato con un dottore“.

POSITIVO AL COVID – Poi la situazione clinica di Antonio Auricchio sarebbe improvvisamente precipitata: “Il 24 dicembre ho avuto le ultime notizie su mio padre. Nonostante l’età e l’intervento chirurgico, mi avevano detto che stava bene e che la riabilitazione stava procedendo. – ha detto Luigi Auricchio Il 25, il giorno di Natale, la doccia fredda. Mi hanno chiamato dal Cardarelli per dirmi che papà era peggiorato. Sono corso in ospedale, nel reparto specialistico. Una volta all’interno ho visto un infermiere che trasportava una barella. Sopra c’era mio padre. Era magro, si vedeva che qualcosa era andato storto. In quel momento, quando ho chiesto spiegazioni, mi è stato comunicato che papà era positivo al Covid19 e che il coronavirus aveva compromesso le sue condizioni“.

IL DECESSO – Antonio sarebbe stato anche in subintensiva e ricoverato in terapia intensiva, a causa delle complicazioni probabilmente scaturite dal contagio al coronavirus: “Mi hanno detto che papà è rimasto vittima di una polmonite acuta e di un batterio che ha intaccato il sangue“, ha raccontato Luigi Auricchio. Infine il tragico epilogo, il 14 gennaio Antonio non ce l’ha fatta ed è deceduto.

Verità e giustizia” –

Sono due i punti sui quali pretendiamo chiarezza – ci ha tenuto a specificare Luigi -: perché non ci è stato mai comunicato nulla riguardo il peggioramento delle condizioni di mio padre? Se non fossi andato fisicamente in ospedale probabilmente chissà quando mi avrebbero avvisato. E soprattutto: se dopo tre test papà è sempre risultato negativo al covid, come è possibile che al terzo tampone (quarto test in totale, ndrmio padre è risultato positivo? Per noi l’unica spiegazione e che papà ha contratto il virus in ospedale ed proprio questo che vogliamo accertare. Siamo arrabbiati e addolorati, pretendiamo verità e giustizia“.

In ospedale per il femore, Antonio muore di covid al Cardarelli. Il figlio: "Non lo sapevamo, scoperto tutto a Natale. Ora verità e giustizia"