Cosa accadrà in Italia dopo il 6 gennaio? Il ministro della salute Roberto Speranza ha confermato che verrà mantenuto anche il coprifuoco, previsto nelle zone gialle, arancioni e rosse dalle 22 alle 5 anche dopo l’Epifania.
L’Italia dopo l’Epifania, il ministro Speranza: “Il coprifuoco resta”
Durante le ore di coprifuoco sono consentiti solamente gli spostamenti per motivi di lavoro, salute e necessità. “Ristoranti e bar chiusi alle 18, chiusi piscine, palestre, cinema, teatri, stadi. Siamo ancora dentro la seconda ondata, Londra torna verso misure molto dure e anche noi abbiamo ancora troppi casi e troppi morti”, ha affermato il ministro.
Già il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, aveva confermato che la suddivisione dell’Italia in diverse fasce di colore – con zona gialla, arancione e rossa – sarebbe stata mantenuta anche dopo la fine delle festività natalizie.
Il ritorno in classe
Il ministro Speranza ha affermato che tutto è fatto per contenere il diffondersi del virus e permettere il ritorno in classe degli studenti, cosa che rappresenta la priorità per il Governo. “Prioritario il ritorno in classe. E’ il nostro obiettivo . Certo, finché i vaccini non produrranno un impatto epidemiologico sulla popolazione, l’unica cosa che funziona sono le misure restrittive. L’indice Rt dà segni di ripresa, dopo la Befana dovremo ripristinare il modello delle fasce di rischio e confermare le misure base delle zone gialle. Sì, ristoranti e bar chiusi alle 18, chiusi piscine, palestre, cinema, teatri, stadi. Siamo ancora dentro la seconda ondata, Londra torna verso misure molto dure e anche noi abbiamo ancora troppi casi e troppi morti”.
I vaccini
Così, al Corriere della Sera, il ministro della Salute, che, sul vaccino AstraZeneca ammette che ”il ritardo c’è e chiediamo chiarezza. Io ho massima fiducia nell’Ema. La sicurezza è fondamentale, ma non è banale sapere se nel primo trimestre puoi disporre di milioni di dosi di AstraZeneca o no”. “Il piano resta quello che ho presentato in Parlamento con voto finale sulle comunicazioni – conferma Speranza-. Sento tante polemiche e voglio dare un messaggio, il governo quando fa un lavoro serio misura le decisioni in un tempo congruo, fare bilanci a due giorni dalla partenza è follia. Siamo un grande Paese, con un servizio sanitario nazionale solido. Molti dicevano che non saremmo partiti con gli altri, invece ce l’abbiamo fatta. Otto milioni di dosi Pfizer entro il primo trimestre sono sicure. Spero che il 6 gennaio Ema approvi Moderna, 1,3 milioni di dosi. Se poi arriva il sì ad AstraZeneca possono arrivarne molte altre, ma da Ema non arrivano ancora certezze e questo ridurrà sicuramente il numero delle disponibilità a breve. Questa è la verità”
Riguardo le iniezioni, aggiunge il ministro, ”l‘Italia ha fatto le cose bene e renderemo pubblici tutti i dati in tempo reale, regione per regione. Il punto non è chi somministra prima mille dosi, ma costruire una macchina che consentirà di vaccinare milioni di persone”.

