Mattia Maestri non è stato il vero paziente 1 del coronavirus in Italia. La conferma arriva da uno studio dell’Università Statale di Milano, pubblicato sulla rivista ‘Emerging Infectious Diseases’, secondo cui il primo malato di Covid-19 nel nostro Paese è stato un bambino di 4 anni, con sintomi come la tosse già dal 21 novembre.
Non aveva viaggiato, ma si trattava di un caso di contagio locale. Mattia, il paziente di Codogno, arriva il 20 febbraio, circa tre mesi dopo secondo la ricostruzione degli scienziati del Laboratorio di sorveglianza sul morbillo dell’ateneo meneghino. Gli autori dello studio descrivono il caso nel dettaglio. Il piccolo, nel cui campione raccolto tramite tampone è stato ritrovato l’Rna del coronavirus Sars-Cov-2, “vive nei dintorni di Milano. Il 21 novembre mostra tosse e rinite, circa una settimana dopo, 30 novembre, viene portato al pronto soccorso con sintomi respiratori e vomito. L’1 dicembre sviluppa un’eruzione cutanea simile al morbillo; il 5 dicembre (14 giorni dopo la comparsa dei sintomi), viene sottoposto a tampone orofaringeo per la diagnosi clinica di sospetto morbillo”, ricostruiscono i ricercatori. Negativo.
“Il decorso clinico di questo paziente, che includeva manifestazioni cutanee tardive, assomiglia a quanto riportato da altri autori. Le lesioni maculopapulari sono state tra le manifestazioni cutanee più prevalenti osservate durante la pandemia Covid-19 e diversi studi hanno notato un esordio successivo nei pazienti più giovani”.

