La difesa e la ricostruzione del 118. Le dichiarazioni di Giuseppe Galano, responsabile del 118 Napoli. Sul caso è stata aperta un'inchiesta
La Procura di Napoli ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo in relazione alla morte di una neonata venuta alla luce prematuramente, dopo sei mesi di gestazione, in una abitazione del Borgo di Sant’Antonio, nel capoluogo partenopeo, da una donna, Maria Pappagallo, positiva al Covid. Lo rendono noto fonti di stampa.
Il marito, Mario Conson, ha presentato una denuncia al commissariato Arenella della citta’ dichiarando che l’ambulanza del 118 sarebbe giunta sul posto a distanza di mezz’ora dalla chiamata, senza le opportune attrezzature (come l’incubatrice) e che, a suo parere, la figlia poteva essere salvata.
La difesa e la ricostruzione del 118 –
“Nessun ritardo nei soccorsi, ho controllato le schede di intervento, dopo essersi preparati, sono partiti a razzo“. Lo ha detto Giuseppe Galano, responsabile del 118 Napoli e coordinatore regionale campano delle emergenze, in merito alle accuse di ritardo nell’intervento di soccorso alla donna, covid positiva, che ha partorito al sesto mese di gravidanza, perdendo la bambina.
“L’équipe è arrivata nel giro di 25 minuti – ha spiegato – Occorre considerare che ad ogni intervento gli uomini del 118 devono prepararsi, indossando tutti i dpi indispensabili per gli intervent. Non è pensabile che il personale indossi quei dpi per tutta la durata del turno – ha sottolineato – Tra l’altro, tute, visiere, mascherine e guanti vanno cambiati a ogni intervento“.
“La donna è stata soccorsa – ha aggiunto – e portata in ospedale, ma purtroppo per la bambina il medico ha potuto constatare soltanto il decesso. Siamo addolorati ed esprimiamo il massimo cordoglio per quanto accaduto – ha concluso – Mi dispiace davvero per tutto quello che è successo, per una vita che si è persa, il 118 ha fatto il proprio dovere e fino in fondo“.

