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Hotel Eremo: storia di un abbandono edilizio alle pendici del Vesuvio

Da protagonista del Grand Tour ad atti di vandalismo e riti satanici

I luoghi abbandonati vivono da sempre di un fascino senza tempo, come nel caso di un gioiello dimenticato, situato alle pendici del Vesuvio: l’Hotel Eremo. La struttura, posta poco prima dell’Osservatorio Vesuviano, costruita alle soglie del XX secolo, gode di una bellezza eterea che spesso si accompagna al tragico destino di luoghi come questo, dimenticati, lasciati allo stato di abbandono e degrado più totale.

In questi quasi cinquant’anni in cui l’hotel è stato abbandonato, tutto ciò che poteva essere distrutto è stato distrutto, tutto ciò che poteva essere portato via è stato portato via. Non resta altro che la polvere che negli anni si è depositata tra le stanze, sugli oggetti di cui nessuno più ne fa utilizzo, tra le macerie di ciò che è stato e che ora non è più.

I muri sono stati quasi interamente ricoperti da graffiti e scritte di dubbio gusto, interni e soffitti rovinati dagli incendi dolosi appiccati più volte nel corso degli anni e da tanti altri atti di vandalismo. Il posto è divenuto, poi, anche un covo per amori fugaci e persino sede di molteplici tentativi di sedute spiritiche come indicano le diverse incisioni sataniste rinvenute in situ.

Quando a VocediNapoli.it siamo venuti casualmente a conoscenza del pericoloso stato di degrado nel quale vessava questo luogo, abbiamo subito deciso di fare delle indagini in merito ed esplorare la struttura. Quello che abbiamo scoperto è stato davvero sorprendete.

HOTEL EREMO – LA STORIA

L’Hotel Eremo fu fatto costruire nel 1902 da John Mason Cook, proprietario della Thomas Cook (la stessa compagnia fallita poi nel 2019) per ospitare i turisti del Grand Tour al Vesuvio, utilizzando la ferrovia che collegava Ercolano al vulcano, ideata sempre dal noto imprenditore inglese.

Al centro dell’arco principale del portale d’accesso dell’edificio, possiamo infatti ancora leggere l’incisione su pietra “COOK – 1902”. L’albergo di lusso, in stile liberty,  era dotato di ben 32 camere, in alcune delle quali è ancora possibile scorgere mattonelle floreali dipinte a mano e moquette.

Stando a degli antichi listini, rinvenuti anni addietro tra le rovine, il prezzo a notte era di 20 lire, 4 lire per la colazione, 20 lire per il pranzo e 24 per la cena.

HOTEL EREMO – LA STORIA DEL NOME

Si dice che l’Hotel Eremo fu edificato dove un tempo sorgeva una locanda addossata ad una chiesetta, abitata da un eremita, Eremo, il quale offriva ai turisti del Grand Tour  frittate e coppe di Lacryma Christi (vino campano pregiato, tipico proprio dell’area vesuviana) e che ha dato poi il nome alla struttura più moderna.

Tuttavia, approfondendo le ricerche, scopriamo che Eremo è un termine derivante dal  tardo latino “erēmus” e significa «solitario, deserto» in riferimento ad un luogo solitario, dove una o più persone possono ritirarsi a far vita religiosa, appunto gli eremiti. E’ solo una singolare coincidenza?

HOTEL EREMO – L’ABBANDONO

Le eruzioni del Vesuvio durante il corso del Novecento – tra le quali ricordiamo quella violenta del 1944 – danneggiarono parte della linea ferroviaria collegata all’hotel, più tardi poi definitivamente soppressa in concomitanza alla costruzione della nuova strada provinciale.

Anche gli eventi bellici della Seconda guerra mondiale, finirono per diminuire sensibilmente l’affluenza all’hotel, segnando di fatto l’inizio della sua decadenza. L’Eremo passò quindi in mano ad enti e poi a privati che lo gestirono all’incirca fino agli anni ’70/‘80.

Non siamo riusciti a trovare informazioni certe sulle motivazioni per le quali l’hotel fu abbandonato ma è molto probabile che i costi di manutenzione di una struttura così grande non giustificassero la scarsa richiesta, determinandone il fallimento.

L’ultimo proprietario dell’Eremo, dalle ricerche, risulta essere stato il commendatore Mario Paudice che rifiutò di vendere il complesso a facoltosi acquirenti, relegando così l’antica e prestigiosa dimora all’oblio ed al totale abbandono.

CURIOSITA’

L’Hotel Eremo si è prestato da set per ben due produzioni. Figura in un scena de “Il giovane favoloso“(2014), il film ispirato alla vita di Giacomo Leopardi con protagonista Elio Germano, e poi nel videoclip della canzone “Me staje appennenn’amò” (2019) del cantante urban partenopeo Liberato (girato al secondo piano della struttura, dove è ancora visibile il famoso graffito presente nella scena).

L’HOTEL EREMO – LA STRUTTURA OGGI

Non è più possibile accedere all’edificio mediante l’ingresso principale a piano terra, cioè quello in cui vi è un vialetto in leggera pendenza che conduce alla struttura, preceduto da un grande cancello in ferro (ormai arrugginito) sul quale sovrasta il cartello con la scritta consumata dal tempo”Hotel Eremo”.

Questo spazio, percorribile ancora fino a qualche anno fa, oggi è completamente avvolto dalla vegetazione.

HOTEL EREMO – IL PRIMO PIANO

Iniziamo quindi l’esplorazione dal primo piano, accessibile dalla facciata retrostante all’albergo, un tempo riservata al personale di servizio. Da questo secondo cancello – perennemente aperto – accediamo ad un cortile stretto e lungo che circonda l’edificio sui tre lati e ad un portale d’accesso che si apre, dopo un breve corridoio, su un salone con archi e pilastri. Questo salone principale, per quanto rovinato dall’incuria e dal vandalismo, rivela ancora tutta la sua maestosità.

Attraverso questi archi si arriva poi ad una terrazza panoramica dalla quale è possibile vedere l’intero golfo, un paesaggio mozzafiato. Da qui, ci si può rendere conto anche di quanto fosse grande la struttura: si può notare l’ampia area di ingresso e la distensione dell’edificio a sinistra che era (probabilmente) il vecchio ristorante.

Tornando indietro, al termine del corridoio che conduce all’ampio salone, ci sono delle scale che portano al piano terra ed al piano superiore. Facendoci strada tra i depositi di macerie, calcinacci, bombolette spray vuote, lasciate lì dai graffiatari di passaggio e prestando molta attenzione poiché le scale sono state private di corrimano, giungiamo al piano terra.

HOTEL EREMO – IL PIANO TERRA

Questo piano è molto buio ed è quello che maggiormente sembra aver risentito degli incendi dolosi appiccati più volte nel corso degli anni. Da quest’ala è stato possibile visitare l’ampio piazzale ove al suo centro, stando alle testimonianze di altre persone che lo hanno esplorato anni addietro, era collocata una statua di Gesù, i cui occhi erano stati verniciati di rosso dai vandali.

Oggi, di quella statua non abbiamo più traccia, non sappiamo se è stata completamente inghiottita dalla vegetazione, molto fitta in questa zona, se è stata distrutta o ancora rubata, come quasi tutto in questo edificio.​

HOTEL EREMO – IL SECONDO PIANO

Salendo al piano superiore, invece, troviamo un lunghissimo corridoio sul quale si aprono le varie stanze che dovevano essere destinate agli ospiti dell’hotel. Anche qui la maggior parte della struttura è stata distrutta dai vandali.

Al culmine del corridoio sia verso sinistra che verso destra, invece, si arriva a due terrazze laterali che donano una vista diversa da quella principale, focalizzandosi di più sul Vesuvio.

HOTEL EREMO – UNA POSSIBILE RIQUALIFICA?

Nel corso del tempo sono state tante le voci inerenti ad una possibile riqualifica della struttura con una possibile trasformazione in ostello della gioventù. Tanti gli appelli e le petizioni per restituire questo spazio al pubblico, molte delle quali possiamo trovarle anche in rete, come sul sito della FAI – Fondo Ambiente Italiano.

Tuttavia, non abbiamo prove concrete che le istituzioni si stiano muovendo in tal senso. Sembra così che l’Hotel Eremo sia destinato all’incuria ed al vandalismo ancora per lungo tempo, come tante altre strutture in Campania, eppure guardando la bellezza disastrata e decadente di questo posto magico non si può non pensare a quanto afferma Roberto Peregalli:

L’occhio che guarda questi luoghi diroccati e abbandonati immagina il loro passato, sente attraverso la pelle consumata dal tempo l’anima che li avvolge”.

Ci teniamo a specificare che l’esplorazione è stata fatta nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato.

Il presente articolo non costituisce in nessun modo un invito o incoraggiamento all’esplorazione. I luoghi sono fatiscenti e pericolosi e chi lo facesse se ne assume ogni consapevole rischio. Ad ogni modo, ricordate sempre la regola “leave only footprints an take away only photos” – “lasciate solo impronte e portate via solo foto”.

VIDEO – HOTEL EREMO

GALLERIA FOTOGRAFICA – HOTEL EREMO