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Regole per il Natale ai tempi del Coronavirus, numero di parenti consentiti: “Solo nucleo ristretto”

Con l’aumento dei contagi da Coronavirus e la conseguente situazione emergenziale che sta affrontando l’Italia a causa della seconda ondata di Covid, in tanti si domandano come sarà il prossimo Natale. Tra regole, limitazioni e distinte zone per il Paese, cosa dovremo aspettarsi per le festività natalizie?

Come sarà il Natale con il Covid-19

A parlare di regole per il Natale e della volontà del Governo di elaborare una serie di direttive per gli italiani è stata la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa in un’intervista a La Stampa: “Ci sara’ un provvedimento che riguardera’ Natale: si deve dire che non deve essere un Natale solitario, ma che le famiglie possono riunirsi nel nucleo ristretto, parenti di primo grado, fratelli e sorelle. La gran parte delle restrizioni attuali e’ bene che restino, magari con un allentamento del rigore per alcuni esercizi”.

Quanti parenti concessi a Natale

Dunque il Governo sta studiando come regolare il Natale in famiglia a partire probabilmente dal numero di parenti concessi al cenone e al pranzo: “Questa epidemia – dice – va affrontata con una grande razionalita’, che misuri l’impatto delle azioni messe in atto. Ma siamo tutti consapevoli che se il trend non muta, nessun servizio sanitario al mondo potrebbe reggere. Se tutto si rivelasse inefficace, nessuno attendera’ fino all’ultimo. Bisogna combattere con un elemento fondamentale che e’ il tempo e nessuno fara’ tardi, tanto meno il ministro Speranza”.

Zampa si dice anche “sbalordita della leggerezza” di chi va in giro senza mascherina o siede al bar senza rispettare il distanziamento: “Non vedo controlli e sanzioni”, lamenta. A suo avviso, “e’ passata una narrazione minimalista e molti scienziati e molti politici non hanno contribuito a mantenere il rigore necessario”. Sul vaccino, la sottosegretaria prevede che “i cittadini comuni potranno essere vaccinati entro l’estate. Ma anche i medici di base – sottolinea – devono in questa fase fare la loro parte, con visite e tamponi, altrimenti rischiano la convenzione con lo Stato”.

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