Il procuratore Angelo Cavallo rompe il silenzio e parla finalmente di ipotesi, considerandone alcune e bocciandone altre. Era il 3 agosto scorso quando Viviana Parisi, quarantatreenne dj di Venetico (Messina), e il figlio Gioele, quattro anni, sparirono nel bosco di Caronia dopo essere rimasti coinvolti in un incidente all’interno di una galleria dell’autostrada Messina-Palermo, per essere ritrovati rispettivamente l’8 e il 19 agosto, lei vicino a un traliccio dell’alta tensione, lui a circa 400 metri di distanza in mezzo ai rovi, irriconoscibile.
“Ora possiamo escludere che Viviana e Gioele siano stati aggrediti da animali o da qualche persona; per la signora la morte è compatibile con il volo dal traliccio; quanto al bambino sarà più difficile arrivare a una conclusione, possiamo solo procedere scartando delle ipotesi, come quelle riconducibili a terze persone e a cani feroci”
Su Viviana, come riporta il Corriere.it.: “La donna non presenta segni di morsi di animali di alcun tipo né lesioni attribuibili a colpi inferti da terzi”. In mano teneva stretto un arbusto, forse artigliato durante l’agonia. “Nelle foto però si vede qualche ramoscello sopra il corpo, che sembra smentire una precipitazione”, fa notare l’avvocato Pietro Venuti, che assiste il marito di Viviana, Daniele Mondello. Per gli inquirenti non ci sono dubbi: il corpo è stato rinvenuto sopra gli arbusti, qualche ramoscello sarà stato spostato involontariamente da chi è intervenuto.
Più difficile trarre conclusioni sul piccolo Gioele, del quale sono stati trovati solo dei resti scheletrici. Dalla Tac eseguita non sono emersi traumi importanti. “Possiamo solo procedere per esclusione e cercare di arrivare a un’ipotesi prevalente sulle altre, magari con l’aiuto di chi deve studiare la dinamica dell’incidente nella galleria che ci può dire cos’è successo in quell’abitacolo, se per esempio il bambino ha battuto la testa”, precisa Ventura. Dopo l’incidente i testimoni oculari hanno visto la madre entrare misteriosamente nel bosco con il piccolo in braccio, sveglio. “I vestiti di Giole sono puliti e in macchina nessuna traccia di sangue. Difficile pensare che fosse moribondo. Direi non si può prescindere dal grave quadro psicologico in cui versava la donna — conclude il procuratore —. Come d’altra parte hanno riconosciuto subito i parenti stessi, a verbale, salvo poi cercare di ridimensionare la cosa a un leggero esaurimento da lockdown. A noi risulta che stesse male”. Potrebbe averlo soffocato? “Ci sta, ma non lo sapremo mai con certezza”.

