Voce di Napoli | Navigazione

Intervista a Lucio Salzano: i suoi “Paesaggi interrotti” in esposizione a Palazzo Venezia

"Quando la libertà delle persone non è più piena avviene un doloroso blackout che io, forse, ho inconsciamente trasposto nelle mie ultime opere"

In occasione della mostra personale “Paesaggi interrotti“, in esposizione nella storica location di Palazzo Venezia a Napoli, dal 15 al 21 ottobre, l’artista partenopeo Lucio Salzano ha rilasciato un’intervista per VocediNapoli.it.

Lucio Salzano può essere definito come un artista a 360°, poiché è riuscito a creare, sin dagli anni 80′, suggestive commistioni tra i vari linguaggi artistici, tra teatro, pittura, regia e poesia.

«Ho sempre considerato l’arte come un linguaggio che conosce steccati- spiega Salzano– e che al contrario si nutre della contaminazione tra i diversi tipi di linguaggio. Già nei miei spettacoli teatrali ho sempre utilizzato immagine, musica, parola e movimento come elementi che nell’insieme costruiscono un’unica esperienza artistica»

Definito dalla stampa come «uno dei più originali e coraggiosi registi dei nostri tempi», Salzano si esprime, soprattutto negli ultimi anni, attraverso la pittura, realizzando diverse mostre personali alla Modart Gallery, al Museo nazionale di San Martino, in una doppia esposizione al Caffè Letterario Intra Moenia di Napoli e da Spaccanapoli, noto ristorante di Roma.

Lei ha utilizzato vari canali per veicolare la sua arte, dal teatro alla musica, dalla poesia alla pittura. A quale di questi linguaggi artistici sente di appartenere di più?

Come ho avuto già occasione di dire, ho sempre pensato che l’arte in realtà si nutre della contaminazione dei vari linguaggi e che le categorie in cui si tende a definire la creatività di un artista sono spesso tra di loro suscettibili di sconfinamento e la loro linea di demarcazione spesso si sfrangia. È pur vero, come qualcuno sa, che il teatro è stato per me l’occasione che mi ha dato modo di creare format originali che realizzano questo concetto artistico.

Spesso si parla di Arte Antica ed Arte Contemporanea come due forme artistiche completamente scisse. È davvero così o crede che ci sia una inevitabile commistione tra l’antico ed il contemporaneo?

Penso che l’arte sia sempre contemporanea, naturalmente ai tempi in cui l’artista l’ha creata, e perciò credo che non abbia senso parlare di Arte Antica contrapposta all’Arte Contemporanea in quanto alle commistioni di cui parli, va da sé, che ogni artista in qualche modo – o almeno così dovrebbe essere – è consapevole di tutto ciò che l’ha preceduto; è quindi suo compito anche la rielaborazione originale di quel passato artistico.

Il suo percorso espositivo, a breve aperto al pubblico nella storica sede di Palazzo Venezia, si intitola “Paesaggi interrotti”. Cosa sono per lei i “Paesaggi interrotti”? Esistono “Paesaggi interrotti” anche dell’anima?

Il titolo della mostra chiaramente allude a una condizione di allontanamento dell’orizzonte dalla propria esperienza. Ciò accade quando la libertà delle persone non è più piena, un doloroso blackout che tutti noi abbiamo recentemente vissuto e che io, forse inconsciamente, ho trasposto nelle mie ultime opere.

Ultima domanda ma doverosa. La sua esposizione artistica avverrà in un momento storico molto particolare, di forte tensione per tutti. Probabilmente, il settore artistico sembra essere tra quelli che maggiormente hanno risentito della crisi dovuta alla pandemia di Coronavirus. Come mai ha deciso di portare ugualmente avanti questo progetto e come si aspetta che risponda il popolo partenopeo?

Il settore artistico è stato duramente colpito dalle ultime vicende probabilmente anche perché lo si ritiene non essenziale nella vita di una comunità. Invece, io credo che proprio nei momenti più bui solo l’arte possa regalare un po’ di luce e di speranza alle nostre vite. Per questo chiunque fa arte, in questo momento, mette in campo una sfida, è vero ma é essenziale per tutti che questa sfida possa trovare il consenso della gente.  Speriamo di vincerla insieme. Vi aspetto.

Il percorso espositivo “Paesaggi interrotti” si presenta come una raccolta di lavori, pastelli a olio e tecnica mista su cartone e masonite, realizzati dal 2015 a oggi, alcuni dei quali inediti e realizzati site-specific per l’evento.

Altre opere, invece, sono state già esposte in precedenti personali come “Le dimensioni dell’arte live experience“, realizzato in estemporanea alla Certosa del Museo di San Martino (settembre 2018), nell’ambito di una performance che ha visto come protagonisti Salzano, il musicista Antonio Onorato e la danzatrice Rita Marasca.

Paesaggi interrotti – spiega Lucio Salzano – è quando l’orizzonte si allontana dalla propria esperienza, quando la libertà delle persone non è più piena, un black out che tutti noi abbiamo recentemente vissuto e io in qualche modo ho inconsciamente trasposto nelle mie ultime opere oniriche”.

Il vernissage, previsto per giovedì 15 alle ore 17 si svolgerà nel rispetto delle misure anti-Covid

Paesaggi Interrotti
dal 15 al 21 ottobre
Palazzo Venezia – via Benedetto Croce 19 – Napoli
Opening: giovedì 15 ottobre, ore 17
Orari: lunedì-domenica dalle 10.30-13.30 e 15.30-19.00

Per ulteriori informazioni: palazzovenezianapoli@gmail.com