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Lotta al Covid, il Canada punta sulle eccellenze italiane

Il test rapido per la diagnosi del coronavirus, testato clinicamente per la prima volta dal Pascale, ha ottenuto dal governo canadese l’autorizzazione quale dispositivo medicale abilitato al test umano.

Quando un governo come quello canadese, uno dei più rigorosi al mondo per le sue procedure ‘draconiane’ di verifica dei bandi pubblici, fornisce un’autorizzazione in un settore così delicato come quello della lotta al Covid 19, è davvero un grande risultato per il mondo della ricerca e dell’industria italiana.

Nelle scorse settimane un’equipe di medici e ricercatori del Pascale hanno lavorato in tandem con il team di Hyris Ltd, azienda multinazionale attiva nel settore delle biotecnologie medicali, per la validazione di un nuovo tipo di test rapido, basato su analisi genetica. Un test in grado di dare una risposta in un’ora e 40 minuti grazie a un kit diagnostico che permette di verificare la presenza di materiale genetico senza la necessità di estrarlo e purificarlo dal campione prima dell’analisi stessa, in quanto viene estratto direttamente nella cartuccia durante il processo analitico.

I primi risultati di questi test stanno dando segnali decisamente positivi, in qualche modo “confermati” dall’approvazione canadese che ha deciso di adottarli. .

Un risultato ancora più rilevante, se si considera che il “bCUBE”, il gioiello tecnologico al cuore della piattaforma di analisi genetica mobile che permette di realizzare il test, è al momento l’unica soluzione diagnostica periferica (cioè che non richiede un laboratorio) commercialmente disponibile in tutto il Canada. Una riprova ulteriore che la ricerca italiana, e in mai come in questo caso, napoletana, non teme confronti a livello internazionale.

Soddisfazione a cui si aggiunge quella del direttore generale del Pascale, Attilio Bianchi.

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